L'Eneide
di Virgilio e la missione di Roma
Eneide:
poema epico di Publio Virgilio Marone (70-19 a. C.). Nel sesto libro
il protagonista del poema, l'eroe troiano Enea, scende
nell'Oltretomba dove l'anima del padre gli profetizza la
missione di Roma, la città che deriverà dalla fusione
fra la stirpe troiana e quella latina:
Excudent alii spirantia mollius aera
(credo
equidem), vivos ducent de marmore voltus,
orabunt
causas melius caelique meatus
describent
radio et surgentia sidera dicent:
tu
regere imperio populos, Romane, memento
(hae
tibi erunt artes) pacique imponere morem,
parcere
subiectis et debellare superbo.s
(Eneide,
VI, vv. 847-853)
Modelleranno
gli altri con grazia maggiore il bronzo spirante di vita (lo credo di
certo), e vivi ricaveranno dal marmo i volti; peroreranno meglio le
cause, e i movimenti celesti disegneranno con la canna, e il sorgere
degli astri prediranno: tu di reggere col tuo impero i popoli, o
Romano, ricorda: queste saranno le tue arti, e alla pace d'imporre
una regola, risparmiare gli arresi e sgominare i superbi.
(Trad. di Carlo Carena,
Torino, UTET, 1971)