La “dizione”
Per rendere chiaro ed efficace il proprio modo di parlare, occorre
curare in primo luogo la
dizione. Questa qualità
dipende in larga parte dalle strutture fisiche del nostro corpo: per
pronunciare una parola occorre attivare l'apparato vocale, regolare
la respirazione, muovere la lingua, le labbra, la bocca. Nella
comunicazione orale, inoltre, accanto al suono della voce,
intervengono anche i movimenti delle mani, l'espressione del volto,
lo sguardo, e con una tale forza da riuscire addirittura a mutare il
significato delle parole pronunciate.
Gli elementi che danno vita e forma alla parola sono:
-
la pronuncia
La padronanza della parola è
collegata in primo luogo alla pronuncia corretta; occorre eliminare
le inflessioni dialettali troppo accentuate e gli eventuali difetti
nell'articolazione di alcune consonanti (in particolare la s
e la r). E' importante controllare sul dizionario il valore
dei suoni vocalici "e" e "o". Nella lingua
italiana, infatti, queste vocali possono avere un suono aperto [
è, ò ] oppure chiuso [é, ó]. Pensa alla
differenza di suono tra le e delle parole pèsca (frutto
del pesco) e pésca (la quantità di pesce
pescato) e tra le o delle parole vòlto (participio
passato di volgere) e vólto (viso).
Alla
pronuncia esatta deve unirsi la corretta articolazione, che
conferisce rilievo e gradevolezza alle parole. Spesso si parla
troppo in fretta, non si apre a sufficienza la bocca, non si muovono
le labbra. E' bene tener presente che l'articolazione chiara delle
parole è percepita come un atto di rispetto verso chi ascolta.
-
l'intonazione della voce
Si determina attraverso la
salita e la discesa del tono della voce e gioca un ruolo
decisivo nella comunicazione e nelle stesse relazioni umane. La
medesima parola può suscitare in chi ascolta reazioni opposte,
a seconda del tono della voce con cui viene pronunciata.
L'intonazione
è inconsapevole, e corrisponde alle nostre emozioni e
intenzioni espressive. Per acquisire una buona abilità di
parola si deve invece passare al suo dominio cosciente, valutandone
in modo opportuno gli effetti: la timidezza, la mancanza di fiducia,
l'esitazione, il dubbio, l'ansia, l'incompetenza si manifestano
proprio attraverso l'intonazione.
La varietà
dell'intonazione si ottiene alternando due movimenti, un movimento
ascendente, che attira l'attenzione dell'ascoltatore e crea attesa;
un movimento discendente, che soddisfa le attese e sviluppa il
discorso. Un'intonazione totalmente discendente dà alla frase
il senso di una semplice constatazione, senza produrre particolari
emozioni; il passaggio da un’intonazione discendente a una
ascendente determina la concentrazione dell’ascoltatore su ciò
che viene detto in seguito.
Le
frasi interrogative hanno prevalentemente una tonalità
ascendente. Anche all'interno di una frase interrogativa è
però possibile dare maggiore forza a un elemento facendo
culminare su di esso la tonalità ascendente, e iniziando
subito dopo la tonalità discendente. Questo mutamento di
tonalità cambia il significato della frase.
Anche
il senso di un'esclamazione viene modificato attraverso il
cambiamento della tonalità: una tonalità ascendente
indica un'emozione positiva (piacere, gioia, sorpresa); una tonalità
discendente fa trapelare un'emozione negativa ( dolore, tristezza,
pietà).
-
la velocità di emissione delle parole.
Alla variazione dell'intonazione
della voce deve accompagnarsi quella della velocità di
emissione delle parole. La velocità con cui parliamo,
in una situazione formale, dipende da molti fattori: l'abitudine a
parlare, la padronanza della lingua (quando non si possiede un
vocabolario ricco, capita spesso che manchi la parola...), la
conoscenza dell'argomento di cui si tratta. Occorre tenere presente
che parlare lentamente può indicare che il discorso è
stato attentamente preparato, ma può indicare anche
indecisione e lentezza nell'elaborare il pensiero; parlare
velocemente può indicare spigliatezza e facilità
espressiva, ma può indicare anche superficialità
e poca attenzione verso chi ascolta.
Per dare a chi
ascolta l'impressione che quanto viene detto è il prodotto di
una personale riflessione e che il discorso è stato
adeguatamente preparato, occorre variare la velocità di
emissione delle parole, in modo tale da sottolineare i diversi
passaggi interni del discorso.
Quando
si tratta di dare una definizione o di fare una dimostrazione, è
opportuno parlare lentamente; quando si tratta di riferire
un'impressione personale, o di citare un esempio, è meglio
accelerare il discorso, in modo da stimolare l'interesse di chi
ascolta.
Una funzione molto rilevante, nel rendere gradevole un intervento
orale, è svolta dalle pause.
Un modo di parlare rapido, ma punteggiato da pause nei punti più
importanti del discorso, viene recepito meglio che una parola lenta,
strascicata, senza pause.
Le pause costituiscono la punteggiatura dell'espressione
orale, sottolineano il corso del pensiero di chi parla e indicano la
sua padronanza dell'argomento che sta trattando.
“Il mare” di Giovanni Pascoli
Leggi ad alta voce e registra la poesia che segue. Quindi ascolta la
registrazione ed esegui l’esercizio proposto.
Mare
di Giovanni Pascoli
M’affaccio alla finestra, e vedo il mare:
vanno le stelle, tremolano l’onde.
Vedo stelle passare, onde passare:
un guizzo chiama, un palpito risponde.
5. Ecco sospira l’acqua, alita il vento;
sul mare è apparso un bel ponte d’argento.
Ponte gettato sui laghi sereni,
per chi dunque sei fatto e dove meni?
da Myricae