2. Il De Amore di Andrea Cappellano
Dell'amor cortese tratta anche
Andrea
Cappellano sul quale non si hanno notizie certe. Si sa solo che verso la
fine del 1100 "un Andrea, cappellano della contessa di Champagne, sorella del Re
di Francia Filippo Augusto", scrisse un trattato amoroso cercando di inquadrare
sistematicamente in una regolamentazione pratica i rapporti tra uomo e donna
costruiti dall'etica nobiliare.
In questa opera, composta da tre libri, molti
critici vogliono identificare una sorta di sintesi delle nozioni caratterizzanti
l'amor cortese, in realtà è un'opera con più sfaccettature.
Nei primi capitoli del primo libro si ha una
definizione di "amore" che sembra ricondursi all'amore cortese, inteso però come
amore passionale; il resto del primo libro presenta, invece, una serie di casi e
sul modo in cui ci si deve comportare, a seconda del tipo di rapporto amoroso e
della classe sociale di appartenenza.
Nel secondo libro si articolano e si
definiscono una serie di questioni riguardante il rapporto amoroso: come si
conserva, come accrescerlo, come diminuisce e come termina. Oltre a ciò, si
trattano diversi temi che sono spesso dibattuti nelle corti e si conclude con
l'elencazione di una serie di
regulae d'amore.
Il terzo libro invece rappresenta tuttora un
mistero, visto che si scaglia proprio contro l'amore, con la spiegazione che gli
argomenti trattati nei primi due libri avevano l'esclusivo scopo di informare
riguardo alla materia per poterne difendersi meglio.
Sull'arcano del terzo libro ci sono molte
interpretazioni volte a spiegarne il cambiamento radicale dai primi due: alcuni
ritengono l'ultimo libro uno schermo atto a giustificare l'audacia dimostrata
nei primi due volumi; altri sostengono, invece, che sia il terzo a rappresentare
il vero pensiero dell'autore che ha, però, descritto l'amor cortese da entrambi
i punti di vista.