2. Strumenti musicali di origine araba
L'invasione
araba sotto il califfato Abbaside (750-850) dilagò in Europa sino a conquistare
le città di Siviglia, Toledo, Tolosa, Lisbona e le isole del Mediterraneo, in
particolare Sicilia, Sardegna e Corsica.
L'incontro e la successiva convivenza tra le
popolazioni cattoliche ed ebraiche con i conquistatori islamici (che non
imposero la loro religione) diede origine a gruppi sociali diversificati per
tradizioni e credenze, ma coabitanti nello stesso territorio.
Tuttavia a
partire dall' XI secolo, dalle regioni settentrionali della penisola Iberica si
organizzarono le prime azioni militari contro gli arabi: gli eserciti dei Re
Cattolici delle Asturie, Leon, Aragona, Castiglia, Navarra e i conti di
Barcellona diedero inizio alla "Reconquista".
Nel nord della Spagna, dalla Galizia alla
Catalogna, i cristiani ribelli che si attivarono nella feroce lotta contro i
Mori elessero a capitale Santiago de Compostela e collocarono l'Apostolo Giacomo
come figura antitetica al Profeta Maometto. Nel 1037 riconquistarono il regno di
Leon, nel 1085 Coimbra e Toledo, poi liberarono Saragozza e ne fecero la
capitale del regno.
Nel 1091 i Normanni, che combattevano gli
invasori saraceni su altri fronti, riconquistarono la Sicilia e così nel 1246
agli Arabi restò solamente il regno di Granada in Andalusia che sarebbe caduto
nel 1492, avvenimento che segnò la fine del dominio arabo.
Nei secoli XII e XIII l'influenza araba fu
determinante per la rinascita dell'Europa: essa portò la cultura filosofica
assimilata dai Greci, la matematica dagli Indiani, l'arte da Bizantini e Cinesi
e la poesia da Persiani e Indiani; portò inoltre alla realizzazione di mirabili
opere architettoniche come la mezquita del Cristo de la Luz e la sinagoga di
Maria la Blanca a Toledo, la mezquita a Cordoba ed il castello dell'Alhambra con
i giardini del Generalife a Granata.
Anche per quanto riguarda la musica,
l'apporto arabo fu determinante e si mescolò con le tradizioni europee: molti
strumenti arabi si ritrovano tra le mani dei musici e cantori medioevali, come
nelle botteghe degli artigiani, dove
venivano costruiti
per
eseguire o accompagnare i brani e i canti dei pellegrini che si recavano alla
Cattedrale di Santiago de Compostela o al Santuario di Montserrat
Nel
suddetto periodo storico furono realizzate moltissime raffigurazioni di
strumenti musicali sia nelle sculture che nelle miniature, tanto che ancora oggi
possiamo ammirare, in particolare, strumenti di sicura cultura europea
raffigurati nella Cattedrale di Santiago de
Compostela e nella Cattedrale di
Ourense: vielle, ribeche, organistrum, arpe, salteri, flauti, accanto a
strumenti importati dagli arabi come rebab, liuti (ud) e chitarre moresche nelle
Cantigas de Santa Maria conservate all'Escorial nei pressi di Madrid.
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Rebab e Ud (Cantigas)
Chitarre moresche Cantigas) |
Nelle miniature si possono ammirare numerosi
strumenti sia di origine araba, che europei come in quella dei
"suonatori di
symphonia" (lo strumento è un diretto discendente dell'organistrum,
semplificato per poter essere utilizzato da mendicanti e girovaghi) oppure
salteri verticali derivati dallo strumento con il quale viene spesso raffigurato
Re David, rappresentati nelle Cattedrali galiziane.
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Symphonie (Cantigas)
Salteri (Cantigas) |
Gli
strumenti musicali rappresentati in mano agli anziani nel Portico della Gloria
di Santiago de Compostela e nel Portico del Paradiso di Ourense sono, come già
detto: vielle, ribeche (queste nella Cattedrale di Santiago), arpe, salteri
orizzontali o verticali, flauti, trombe, citole e organistrum: tutti di svariate
fogge, dimensioni e numero di corde (all'epoca non esistevano "forme auree" per
gli strumenti musicali).
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Organistrum
Portico della Gloria
Santiago de Compostela |
Molto interessante per la chiarezza dei suoi
particolari, è l'
organistrum che denuncia con le sue tre corde
l'esistenza delle prime forme di polifonia in Europa nei primi anni del secondo
millennio.
E'importante
tenere presente che il termine ribeca (o rebeca) esisteva già in Spagna prima
dell'avvento del rebab moresco; per cui tra i due termini c'è solo una casuale
assonanza, trattandosi di due strumenti musicali diversi.
Possiamo
notare che lo strumento "principe" rappresentato nei due Portici è la viella con
numero di corde che varia da tre, quattro o cinque (gli archetti non compaiono
nel Portico della Gloria, ma sono ben rappresentati nel Portico del Paradiso).
La viella la troviamo, nello stesso periodo,
anche nelle mani di molti trovieri, trovatori e negli affreschi di molte chiese
europee.
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Anziani con vielle e salterio
Portico del Paradiso |
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Due anziani con la viella
(il primo che accorda ed il secondo che corregge la
posizione del ponticello)
Portico della Gloria |
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Anziano con citola
Portico del Paradiso |
Sia
nel Portico della Gloria di Santiago de Compostela che nel Portico del Paradiso
di Ourense, possiamo notare l'assenza di uno strumento come il liuto (di origine
araba e presente solo nelle miniature delle Cantigas de Santa Maria) che nei
secoli che seguiranno sarà largamente raffigurato sia in opere sacre che profane
ed avrà, dopo avere subito molte modifiche sia nelle dimensioni che nelle
accordature e numero delle corde, una sua importante storia che si protrarrà
sino all'epoca barocca.