Capitolo IV: Musica medievale e musica moderna a confronto

Considerazioni conclusive


Musica medievale e musica moderna. La prima allietava i banchetti dei grandi re e condottieri, la seconda molte volte ci avvisa di una telefonata o ci fa compagnia mentre facciamo jogging. Il medioevo era il periodo dei trovatori, dei giullari, dei loro ensemble e della raffinata musica per pochi; quello in cui viviamo è il periodo dei gruppi alternativi e dei grandi concerti cui partecipano migliaia di persone. Apparentemente non ci sono punti d'incontro tra i due periodi, tuttavia c'è una cosa che le lega fortemente: analizzando la struttura delle opere, emergono due figure esecutive molto simili, seppur chiamate in due modi diversi.
La musica medievale utilizzava la notazione modale e i modi ritmici, cioè dei motivi ricorrenti che molto spesso caratterizzavano l'utilizzo e il contenuto dell'opera, su cui il trovatore improvvisava o declamava i propri versi.
Nella musica moderna (soprattutto quella rock) invece, le canzoni sono molto spesso costituite da motivi di accompagnamento che si ripetono per tutto il brano: essi sono chiamati riff. Riff è una parola probabilmente di derivazione afroamericana e designa appunto un motivo musicale semplice e conciso che può dar spazio a improvvisazioni o può essere il punto di riferimento del brano.
Una grande differenza tra i due periodi storici, invece, è la differente importanza data alla parte vocale dell'opera: nella musica medievale il cantore aveva una parte fondamentale nell'interpretazione del brano, anche se molto spesso era il trovatore stesso a comporre sia la musica che i versi. In entrambi i casi però i versi avevano molta più importanza, sia per un fattore comunicativo- espressivo, in quanto i trovatori con le loro opere volevano comunicare concetti ed emozioni che difficilmente avrebbero potuto comunicare con i propri strumenti, sia proprio per un fattore tecnico, in quanto gli strumenti dell'epoca avevano un'intensità molto bassa. Questo è anche il motivo per cui tali brani venivano eseguiti non in grandi sale come siamo portati a credere, bensì in piccole sale che permettevano l'ascolto a poche persone. La limitata sonorità degli strumenti dell'epoca non permetteva agli esecutori di " sovrastare" la voce del cantore a cui erano subordinati e che in alcuni momenti pretendeva che gli strumenti tacessero per poter apprezzare appieno la bellezza di un determinato verso. Inoltre la scarsa intensità degli strumenti creava delle limitazioni dal punto di vista esecutivo: i trovatori per poter far sentire ciò che suonavano dovevano, per esempio nel caso dei cordofoni, percuotere tutte le corde dello strumento e ciò non permetteva determinate tecniche di esecuzione necessarie per improvvisazioni e virtuosismi.
Al giorno d'oggi l'intensità che uno strumento può raggiungere non è più un problema con i moderni e sofisticatissimi sistemi di amplificazione che hanno fatto acquisire agli strumenti, in particolare chitarra e tastiera per espressività e timbro, grande importanza tanto da ottenere parti sempre più consistenti per i virtuosismi degli esecutori all'interno del brano. Con l'avvento degli amplificatori, inoltre, quasi casualmente fu scoperta la distorsione, cioè un cambiamento del timbro dello strumento grazie all'amplificazione. Come già detto, fu scoperto casualmente: infatti una volta questo effetto si otteneva con la saturazione degli amplificatori valvolari creando un suono più pastoso, denominato overdrive.
Da questo semplice effetto si sono sviluppate nuove tecnologie per la gestione della sonorità di uno strumento: dal mixer che serve a gestire i differenti volumi agli effetti a pedale che danno particolari sonorità agli strumenti amplificati.
Tutto ciò ci porta a porci una domanda: come facciamo a sapere come erano realmente i brani eseguiti nel Medio Evo? Studi approfonditi in campo tecnico- musicale hanno dimostrato che il timbro di uno strumento varia in base al materiale utilizzato, e non solo se lo strumento è di legno o di metallo, ma anche da quale tipo di legno, dalla sua stagionatura, dal materiale che tiene insieme le sue componenti, inoltre varia in base alle dimensioni, alla forma, al tipo di esecuzione, ad arco o a pizzico, e innumerevoli altri fattori. Tuttavia possiamo immaginare i materiali utilizzati in base alla zona in cui il trovatore ha vissuto e in quanto alle proporzioni e le dimensioni possiamo rifarci alle iconografie dell'epoca.
Ciononostante, le caratteristiche esecutive non erano un problema per i trovatori, il loro più grande problema è che molte volte le loro opere venivano perse o venivano eseguite una sola volta; d'altra parte gli stessi fruitori di questi brani non potevano ascoltarli più di poche volte, perché ciò che realmente separa il nostro periodo e tutto il mondo antico dal punto di vista musicale è la riproducibilità delle opere.