1. La musica del Medioevo
Il medioevo fu un periodo di rinascita della
musica e delle arti in generale; l'impostazione della strofa, del ritornello e
di altri elementi caratteristici risalgono all'anno Mille.
Nel Medioevo, la chiesa era contraria agli esecutori di musiche profane.
Menestrelli e giullari non potevano essere membri di grandi cantorie perché
erano improvvisatori e non avrebbero potuto partecipare con i cantori
all'esecuzione di musiche, come quelle liturgiche, che erano affidate a
manoscritti la cui lettura esigeva un lungo esercizio professionale.
Gli strumenti erano inizialmente rifiutati, ad eccezione dell'organo. Se il
canto fu, in origine, un semplice ampliamento della preghiera di lode a Dio,
secondo la tradizione ebraica, è ipotizzabile che esso respingesse ogni apporto
strumentale. L'iniziale rifiuto dell'accompagnamento strumentale era basato
sul fatto che la Chiesa riteneva che gli strumenti non potessero che evocare
musiche e riti pagani.
La musica strumentale era quindi considerata opera del diavolo. L'organo era
l'unico strumento ammesso e veniva usato in vari generi di canto, nella prosa,
nella sequenza e negli inni. Il successivo fiorire della polifonia diede luogo
all'infiltrazione di esecuzioni strumentali.
Nella musica profana del Medioevo era invece normale che lo strumento
raddoppiasse la voce.
L'arte della musica nel medioevo
L'arte della musica è una disciplina matematica che era considerata superiore
alle altre arti, sorgente di conoscenza universale e chiave di spiegazione del
cosmo. Perciò soltanto un ridotto numero di privilegiati aveva accesso a una
dottrina così complessa e astratta e ne otteneva di diritto la qualifica di
musico. Gli altri invece, quelli addetti alla musica di ogni giorno, quelli
che facevano la musica erano i
cantores. Questi ultimi dovevano avere una
formazione che prevedeva un lungo tirocinio presso le scuole monastiche o
cattedrali per memorizzare il repertorio liturgico prima che si approdasse alla
notazione neumatica; in seguito, era necessario un assiduo esercizio di lettura
della grafia musicale per giungere tecnicamente preparati all'esecuzione. La
loro preparazione era finalizzata a scopi esclusivamente pratici.
Inoltre, buona parte dei componimenti
medievali si basava sull'improvvisazione. Il sistema di scrittura era uguale per
tutti, nel 1200 c'erano solo 4 righe. Il testo era molto importante e in esso vi
erano segni di abbellimento tra le note. Quasi tutti i ritmi erano ternari
perché facevano riferimento alla trinità. Nella musica medioevale non c'era
divisione fissa di battuta e non esistevano gli accordi.
Essa veniva trascritta su carta pergamena,
ricavata dalla lavorazione delle pelli, che era molto costosa. Perciò pochi
potevano permettersi di acquistarla.