6. La lirica trobadorica e trovierica
La molteplicità delle esperienze metriche e musicali della lirica medio-latina
sacra e profana fu la premessa indispensabile dalla quale fiorì la produzione
lirica in lingua provenzale( d'oc ) e francese ( d'oil ).
La nuova poesia sbocciò nelle stesse regioni che erano state all'avanguardia nel
fervore creativo dei tropi,
versus, sequenze e drammi;
vers
appunto si denominarono le composizioni dei primi trovatori. E' significativa
anche un'altra derivazione lessicale: trovatore da trovare, e questo da
tropare, cioè " fare dei tropi". Uno degli elementi più evidenti della
poesia trobadorica e trovierica è l'enorme sproporzione tra il numero delle
poesie, circa 5000, e quello delle melodie conservate, circa 1/3. Tuttavia altri
aspetti peculiari vanno ricordati: la fioritura della poesia provenzale avvenne
tra il finire del XI e l'inizio del XII secolo; inoltre la loro notazione non
appartiene, in generale, all'
ars mensurabilis e, la loro trascrizione
rimane incerta per quanto concerne il ritmo. Le fonti delle melodie trobadoriche
ammontano ad oltre una dozzina, ma 4 sono di maggiore importanza. Tra i
manoscritti si contano stupendi codici miniati raccolti per personaggi
importanti, forse sotto la direzione di un musico e manufatti più modesti quali
quelli che potevano passare comunemente tra le mani di un
jongleur.
Generalmente l'attribuzione dei testi poetici è sicura, mentre
sussistono delle perplessità per l'assegnazione di talune melodie sia per la
disparità delle attribuzioni, sia perché siamo lontani dal conoscere con
precisione quali trovatori-poeti abbiano fornito anche la melodia ai propri
testi: le uniche fonti d'informazioni al riguardo sono le
vidas,
la cui scarsa attendibilità è stata in troppi casi provata.
Il primo dei trovatori storicamente conosciuto fu Guglielmo IX, duca di
Aquitania, del quale ci è pervenuto un frammento musicato.
La diffusa opinione che i canti trobadorici fossero accompagnati da strumenti va
ridimensionata; si deve tuttavia ammettere che in certi casi la viella o altri
strumenti abbiano doppiato la voce del cantante o abbiano interludiato tra una
stanza e l'altra del testo.
Motivo centrale del canto trobadorico fu l'amor cortese, un concetto dai
contorni abbastanza indefiniti, che andò precisandosi con le generazioni di
poeti; sulla sua origine il dibattito è ancora aperto. Non va sottovalutata la
componente popolare; anche il tema dell'alba nasce estraneo alla "canzone
cortese", ricordando che negli stessi schemi poetici si trattavano talora
argomenti politici, satirici, ecc. Neppure il tema religioso è assente nella
produzione trobadorica, sebbene parecchi canti di contenuto religioso siano
ritenuti dei
contrafacta. E' stato ripetuto molte volte che nel suo
complesso la poesia trobadorica fosse poesia per danze, ma tale opinione non ha
alcuna consistenza storica, anche se in qualche canto possono ricorrere movenze
ritmiche simili alla danza. Probabilmente alla base dell'equivoco sta una
diversa valutazione delle formule di
refrains cui sono collegati i
rondeau, il
virelai e la
ballade; ma secondo alcuni studiosi
trovatori e trovieri non scrissero né
virelais né
ballades nel
senso rigoroso del termine e solo 2 trovieri composero
rondeaux.
Una motivazione tutt'altro che immotivata delle versioni multiple per singoli
canti si basa sul fatto che per un lungo periodo le canzoni trobadoriche e
trovieriche furono trasmesse oralmente. Una prova di tale tipo di trasmissione è
dato dalla natura stessa delle discordanze fornite dai manoscritti: esse non
sembrano rientrare nella normale tipologia degli errori grafici. Da tali
premesse discendono molte conclusioni. Secondo il concetto di esecuzione,del
tempo, il cantore reputava di essere fedele al testo originale anche quando
introduceva le sue variazioni. Accanto alla proliferazione delle versioni dovuta
alla trasmissione orale vi sono poi consueti fenomeni del variatismo imputabili
alle peripezie della tradizione scritta. Talora l'analisi dei manoscritti prova
persino che la stessa affinità testuale non comporta affinità, e, tanto meno,
identità di melodia.