L'Ars
Nova
Il XIV
secolo fu il secolo in cui iniziò in tutta Europa un movimento di laicizzazione
della cultura, che iniziò a distanziarsi dai condizionamenti ecclesiastici e ad
acquistare una sua dimensione autonoma. Questo fenomeno si manifestò in tutti
gli aspetti della produzione artistica. L'ars antiqua si chiude nel 1320, data a
cui risalgono due trattati: "Ars novae musicae" di Johannes de Muris e "Ars
novae musicae" di Philippe de Vitry, che iniziarono il periodo cosiddetto
dell'Ars nova. Questa scuola sviluppò ulteriormente il concetto di notazione
mensurale, aggiungendo altre durate a quelle usate fino ad allora, ed estendendo
l'applicabilitá della divisione binaria dei valori; inoltre accentuó gli aspetti
musicali delle composizioni (moltiplicando le voci dei cantori ed introducendo
ad esempio la forma politestuale del mottetto) rispetto agli aspetti testuali.
Queste innovazioni la posero ben presto in polemica con gli esponenti dell' Ars
antiqua (polemica che assunse toni cosí violenti da dover essere sedata da un
intervento regale).Il punto di vista dell' ars nova infine prevalse, e i suoi
insegnamenti furono alla base delle ulteriori innovazioni musicali che avrebbero
avuto luogo nel secolo successivo nelle Fiandre.
Le chansons
Carattere distintivo dell'ars nova fu la
maggiore attenzione per la musica profana: per la prima volta compositori di
alto livello non si dedicavano esclusivamente alla musica sacra. Le melodie non
armonizzate che trovatori e trovieri cantavano nel Duecento furono ampliate nel
secolo successivo in pezzi a due e tre voci detti chansons. Il modulo ripetitivo
dei loro testi ne determinò la forma musicale; gli schemi più usati in Francia
furono il rondò, il virelai e la ballade; in Italia il madrigale, la caccia e la
ballata. Il maggior compositore italiano della seconda metà del secolo fu
Francesco Landino.