La musica del pellegrinaggio
Il pellegrinaggio nel
medioevo rappresentò un vero e proprio fenomeno di massa. Favorendo gli scambi
ed i contatti fra persone di diversa provenienza, esso influì profondamente
sulla società dell'epoca, sotto il profilo economico, religioso e culturale.
A questa influenza non
poté rimanere estranea la musica, allora veicolo naturale di trasmissione della
cultura, quella sacra come quella profana. Passando da un santuario all'altro, i
pellegrini imparavano e diffondevano nuovi canti e nuovi modi di cantare lungo
la via al santuario. Il pellegrinaggio era anche occasione sociale e di festa e
come tale offriva lo spunto a canti profani e danze.
Il Camino di Santiago in
particolare favorì lo sviluppo di una tradizione musicale, legata al culto di
San Giacomo ed al pellegrinaggio, che comprendeva canti devozionali e liturgici,
celebrazioni eventi miracolosi, canti di viaggio e danze sacre.
I più importanti
manoscritti fra quelli che raccolgono questo genere di composizioni sono il
Codex Calixtinus ed
il
libre Vermeill.
Il
Codex Calixtinus
fu copiato secondo alcuni tra il 1137 e il 1140, secondo altri attorno al 1173.
Il manoscritto, probabilmente originario della Borgogna o della Francia
settentrionale, raggiunse la Spagna in occasione di un pellegrinaggio ed è
tuttora conservato nella Biblioteca della Cattedrale di Santiago.
Questo manoscritto -
famoso perché contiene la prima
"guida del pellegrino" - è una delle
fonti più antiche per la polifonia a due voci, di cui offre venti composizioni,
contenute nel primo e nel quinto dei libri che lo compongono.
Mentre la maggior parte
delle composizioni del Medioevo è pervenuta anonima, quelle contenute nel
Codice, particolarmente quelle d'uso liturgico, si segnalano per essere
accompagnate dai nomi dei rispettivi autori: arcivescovi e vescovi francesi le
cui attribuzioni sono peraltro da alcuni considerate apocrife.
Nei brani del Codex
Calixtinus è possibile cogliere l'evoluzione delle vecchie strutture musicali,
ora arricchite dal canto, mentre vengono introdotti testi (tropi) nel Kyrie che
possono essere interpretati a due voci e le sequenze dei modelli tradizionali
sono poste in polifonia
In aggiunta ai consueti
canti liturgici per la festa di S. Giacomo, il manoscritto annovera una quantità
di inni di pellegrini e musiche di pellegrinaggio. Esso costituisce quindi
ancora oggi la base ed il principale punto di riferimento delle registrazioni
dedicate alla musica del pellegrinaggio.
Scritto da almeno due
copisti tra la fine del XIV e i primi anni del XV secolo, il
Llibre Vermeill
(libro vermiglio), così denominato per il colore del suo foglio di guardia,
risponde ad una esigenza peculiare del monastero di Montserrat, dove è stato
rinvenuto ed è tuttora conservato: la necessità di disciplinare il comportamento
dei pellegrini di passaggio per il monastero a venerare la statua della Vergine
Nera. Accanto ad una serie di norme di condotta, esso contiene anche una piccola
collezione musicale di dieci brani, destinati ad essere cantati e ballati dai
pellegrini, fra cui la prima opera conosciuta di polifonia in lingua volgare, e
precisamente in catalano. Alcune annotazioni sul manoscritto fanno riferimento
ad esecuzioni che riportano a danze corali in circolo, ovvero "
ronde",
ciò che costituisce un esempio, rarissimo, di "
danza sacra". Dei dieci
brani, nove sono dedicati alla Vergine,
mentre l'ultimo, "
ad mortem
festinamus", è una danza dedicata alla morte.
Occorre menzionare anche
il Cantigas di Las Huelgas e le Cantigas de Santa Maria, che contengono canti
probabilmente utilizzati nel corso dei pellegrinaggi.
Il Codice di Las Huelgas,
conservato a Burgos e compilato presumibilmente dai monaci cistercensi di Las
Huelgas fra il 1300 ed il 1325, è una testimonianza fondamentale per quanto
riguarda la pratica del canto polifonico in Spagna e contiene sia brani di
polifonia latina che brani tipicamente spagnoli.