I Pellegrinaggi
L'homo
religiosus crede che esista una realtà assoluta,il sacro, che
trascende questo mondo ma che in esso si manifesta e che per questo lo santifica
e lo rende reale.
La
parola pellegrino,
pellegrinus dal latino, ha avuto inizialmente
significato di viaggiatore straniero,"qualcuno che non ha diritto di
cittadinanza",solo nel XII sec il pellegrino diventa il cristiano che cammina
alla ricerca del sacro.
I pellegrini si vestivano con una corta tunica
e un lungo mantello, con il capo coperto da un cappuccio o da un cappello; si
portavano appresso una piccola bisaccia ed un bastone; i loro vestiti erano
segnati sul petto con una croce e sempre una croce segnava la strada da
percorrere. Alcuni di questi potevano essere ricchi e nobili e potevano
permettersi non solo vestiti e scarpe migliori ma anche portatori e
accompagnatori; c'era addirittura chi pagava un viandante e lo inviava in
propria vece in pellegrinaggio. Il viaggiatore è spinto da motivazioni pratiche,
…non è la stessa cosa per il pellegrino, anche lui è un viaggiatore, ma le sue
motivazioni sono religiose. Parte alla ricerca di una realtà che esula dal
quotidiano e che rappresenta una realtà trascendente. Al momento della partenza,
il pellegrino crede che alla fine del suo cammino farà un incontro che
modificherà in parte la sua condizione, il suo comportamento, la sua vita.
Durante il suo cammino il pellegrino poteva percorrere strade in terra battuta
o lastricate. Nei tratti più comodi erano larghe anche tre metri ma c'erano
punti molto più stretti che non arrivavano neppure a due metri di larghezza. A
volte durante il tragitto potevano presentarsi diversi problemi come la rottura
degli argini di un fiume che costringeva a modificare il percorso. Questo alle
volte poteva essere caratterizzato dalla presenza di numerosi monti e l'ostacolo
veniva affrontato con l'aiuto dei muli. Solitamente solo l'ultima parte del
viaggio era riservata alla penitenza. Il paesaggio percorso dal pellegrino era
però diverso dai giorni nostri: c'era una maggiore estensione della foresta e
una minore presenza di attività agricole nelle valli e inoltre erano molto
diffusi i pascoli nelle zone elevate. Lungo le strade percorse si svilupparono
attività produttive e commerciali. Nacquero abbazie e ospizi. I pellegrini
viaggiavano soprattutto in gruppo per evitare di essere assaliti da banditi o
predatori; a loro, talvolta, si aggiungevano mercanti che si recavano alle fiere
o cavalieri armati che facevano loro da scorta. Nel corso del medioevo, per
accogliere numerosi
pellegrini che attraversavano l'Europa, si svilupparono diverse forme di
ospitalità, variabili a seconda del momento, del numero di viaggiatori, dei loro
bisogni e della loro condizione sociale. L'ospitalità gratuita prestata nelle
case private al viaggiatore in cerca di riparo, era praticata soprattutto
nell'alto Medioevo e nelle regioni più scarsamente abitate, ovvero dove i
viandanti erano rari e l'arrivo di un ospite poteva essere un modo per avere
notizie sui fatti del mondo e un'occasione di allacciare contatti amichevoli con
villaggi e regioni distanti. L'ospitalità gratuita trovò una regolamentazione
nella legislazione dei regni romano-barbarici: il padrone di casa non poteva
rifiutare di accogliere il viaggiatore, era considerato sacro e sotto la
protezione del re, e doveva fornirgli legna, acqua, nutrimento per le
cavalcature ed il vitto. Con il riavviarsi dei commerci e con il conseguente
aumento dei viaggiatori, le varie forme di ospitalità gratuita andarono
declinando e trovarono maggiore diffusione quelle a pagamento.
Il termine "
Xenodoco", di origine
Greca, indicava l'ospizio per i poveri e per i pellegrini. Si diffusero in
occidente per opera degli ordini monastici le cui regole prevedevano l'obbligo
di accogliere i viandanti. Questi
dovevano essere ospitati in una zona del monastero destinata a ciò, così da
evitare di turbare la vita dei monaci, e avevano diritto al cibo e all'alloggio
per un massimo di tre giorni. Tra l'ottavo e il decimo secolo gli Xenodochi
andarono progressivamente riducendosi di numero, caratterizzandosi al contempo
sempre più come ospizi preposti all'assistenza e al ricovero di poveri, malati,
orfani. Per far fronte all'arrivo di grandi masse di pellegrini occorrevano
inoltre nuove osterie,
botteghe, stalle e
scuderie. Il pellegrinaggio è un cammino verso un luogo sacro in cui si
realizza un incontro con il divino. Nello spazio sacro l'uomo trova una realtà
importante per la sua vita: un centro stabile che gli permette di uscire dal
caos e di organizzare il proprio mondo; il
luogo dove può incontrare l'Invisibile in grado di aiutarlo a modificarela sua
condizione umana e ad avvicinarsi al divino; il luogo in cui la comunicazione
con il divino diventa
possibile.
Un
luogo di pellegrinaggio non è mai nato arbitrariamente. L'ubicazione dei luoghi
sacri nella storia dei popoli antichi è avvenuta grazie a eventi collegati al
sacro.Ai pellegrinaggi locali e regionali si sovrappongono le mete della
cristianità:
Gerusalemme, Roma, Santiago de Compostela…etc
Intorno al quarto secolo, la chiesa inizia a edificare santuari sui luoghi
santi: luoghi in cui si sono svolti degli avvenimenti importanti della vita di
Cristo, luoghi in cui hanno risieduto persone sante. In occidente Roma diventa,
come Gerusalemme, una città santa,"
Urbs Sacra", dove si recano i
cristiani dall'Italia, dalla Gallia e anche dall'Oriente. Si estendono
rapidamente il culto dei santi, la venerazione della vergine Maria, la pratica
della penitenza, i miracoli.
Nel
medioevo, il cristiano che intendeva fare il pellegrinaggio si metteva in regola
restituendo i beni acquisiti ingiustamente e adoperandosi perché i suoi parenti
non dovessero trovarsi in difficoltà. Alcuni conducevano con sè dei poveri a cui
avrebbero provveduto durante il cammino. Il digiuno e la preghiera erano e sono
mezzi semplici e frequenti per attivare nel cuore del pellegrino i bisogni
spirituali e la buona disposizione necessaria alla riuscita del progetto. Il
pellegrinaggio è un cammino verso un luogo sacro per una conversione o un
arricchimento spirituale. Il pellegrino sopporta la fame, la sete, la fatica e
ciò rappresenta una rinuncia dell'uomo vecchio che ha abbandonato le sue
abitudini per affrontare i pericoli ele difficoltà del cammino. Nei
pellegrinaggi antichi il sacrificio propriamente detto, sotto forma di
immolazione di una vittima, fa parte della disposizione dell'uomo che intende
fare un'offerta al suo Dio. Il sacrificio è accompagnato da canti e preghiere.
Il pellegrino prepara ed aspetta una risposta favorevole alla sua richiesta e
alla sua offerta. Ha fatto tutto per ottenere che nella sua vita vi sia
un'intervento dall'alto: una grazia, una guarigione, un arricchimento o
semplicemente un messaggio. I riti del pellegrinaggio sono molti e variano da
una religione all'altra.