Le feste
popolari religiose in Italia
Prima di fare
esempi è necessario capire che cosa si intende per festa popolare-religiosa. Con
il termine religiosità si vuole innanzitutto indicare quel sentimento della "
divinità" provato da un gruppo di uomini, in base al quale essi si considerano
uniti.Questo sentimento invade e travolge un popolo e lo segue non solo nelle
sue avventure socio-politiche, ma anche nelle sue caratteristiche più profonde e
basilari proprie di ogni giorno, della quotidianità. Questa religiosità però, è
soggetta a mutamenti e segue la situazione culturale ed economica di un certo
luogo. Partecipe di questo lento e quasi impercettibile processo, la religiosità
accompagna il comportamento popolare. La religiosità popolare italiana per
esempio ha subito una cambiamento significativo in seguito al processo di
evangelizzazione, che fu lento in tutta l'Italia.
"
Nell'età di mezzo molti luoghi del Piemonte videro formarsi liete compagnie di
popolo, che segnatamente in occasione di solennità paesane uscivano a fare festa
(…) prendendo parte a cerimonie e ricevimenti".
In
Val di Susa queste caratteristiche si tramandarono nel tempo, infatti talora
alcuni paesi posseggono Abbadie. Purtroppo però da qualche anno la loro
esistenza si sta eclissando sempre più,trovando soprattutto l'interesse degli
anziani. Talvolta quindi il folclore popolare derivante dal fervore religioso
viene a mancare e con esso, anche il pubblico e tutto quell'insieme di usi e di
costumi che erano così evidenti in precedenza. In parallelo, i sentimenti
festosi dei piccoli paesi si possono ancora rintracciare in un insolito
movimento popolare negli "spadonari" che allietano le solennità religiose,
eseguendo marce e parate , ma anche vere e proprie azioni teatrali talvolta
imitando le tendenze arabeggianti. La loro origine è antica (si pensa che possa
giungere dall'antica Roma addirittura). Questi soggetti indossano particolari
indumenti per cui possono essere facilmente riconosciuti. Però anche gli"
spadonari" stanno diminuendo sempre di più costituendo un‘eccezione solo per
alcuni paesi.
Dietro ogni festa popolare e religiosa si celano sempre aspetti molto
interessanti importanti per comprendere sia la storia ma anche la mentalità del
tempo. Appunto per questo lungo tramandarsi le feste possono essere mutate nelle
loro caratteristiche principali ed originarie caricandosi così di mistero e di
segretezza.
Per
esempio a San Giorgio viene celebrata la festa della primavera per non
dimenticare la storia della gloriosa liberazione. I protagonisti principali sono
l'Abba, gli spadonari e la Mignona che costituiscono come la leggenda per il
paese. Il tutto è contornato da una connotazione religiosa che porta il popolo a
ritmo di musica fino alle porte della chiesa per la celebrazione del santo ( la
cui immagine viene baciata simbolicamente dal sindaco stesso) . La festa dura
più di un giorno e raccoglie in sé tutta la tradizione di un popolo ancora
attaccato alle sue radici. L'esistenza di queste festività è raramente
rintracciabile. Sembrano infatti essere più frequenti le celebrazioni di feste
pagane legate ad avvenimenti politici e storici piuttosto che religiosi. A
proposito, si possono citare i festeggiamenti della città di Siena che
attraggono tuttora molti turisti da tutto il mondo.
Talvolta il sentimento religioso viene espresso anche attraverso celebrazioni e
manifestazioni popolari, ma ciò accade molto raramente.
Infatti in alcuni piccoli paesi rimangono le celebrazioni dei santi, come per
esempio sant'Agata a Catania. Ormai queste feste, però non partono più da
un'organizzazione a livello di abbadia, ma al contrario partono da iniziative
comunali che trattano l'avvenimento quasi come una consuetudine.
Essendo ristretta la gamma di questi avvenimenti, è necessario affrontare
l'argomento con attenzione. I sentimenti allegri di queste feste di paese
sembrano scomparire sempre di più tralasciando solamente echi lontani che
vengono avvertiti da poche persone, quindi è opportuno indagare il passato,
anche se abbastanza prossimo, e farlo rifiorire, così che le tradizioni che
distinguono un paese dall'altro possano ancora essere visibili.
Innanzi tutto urge ricordare a tutti l'esistenza di vere e proprie compagnie di
giovani " del buon tempo antico" già prima citate, le quali si facevano
portatrici di questi momenti così speciali. Esse costituivano le abbadie dette "
gaie" proprio a simboleggiare il clima allegro che suscitavano. Ovviamente il
carattere di queste feste era sempre connotato da un fine religioso come per
esempio, la celebrazione di un santo oppure proprio di un evento che avesse a
che fare con il cristianesimo.
Infatti spesso per le evenienze religiose queste compagnie si riunivano
sottolineando il folklore di ogni piccola realtà di paese e animavano il
popolo senza però andare contro i sani e rigorosi principi religiosi, la loro
fama non era da poco. Il re Vittorio Amedeo III, scrivendo una lettera il 4
maggio 1731, ne richiamò con urgenza la presenza per celebrare la Pentecoste.
Dalla lettura di questo documento storico molto importante si può notare come
queste feste venissero seriamente e attentamente organizzate, già a partire da
coloro che avevano cariche molto importanti. Ciò significa che i momenti di
festa erano significativi e,se si può dire fondamentali per tutti. Essendo le
feste religiose l'anima del popolo, o meglio di un‘intera regione o
paese,queste dovevano essere programmate in ogni minimo dettaglio e sottoposte
a moltissime regole. Infatti, per esempio Vittorio Amedeo III diede anche alcune
indicazioni su come la compagnia avrebbe dovuto agire. La musica, più
precisamente il rullo di tamburo, doveva richiamare l'attenzione dei
partecipanti che sarebbero stati affiancati anche da personaggi politici del
comune stesso. Il ruolo dei " maestri di regione" non era irrilevante, coloro
che detenevano cariche politiche erano considerati i garanti dell'ordine. Ma,
ovviamente nessuno, almeno per questi momenti, veniva escluso. Infatti ogni
persona anche se non altolocata, riceveva per i suoi servigi un pegno che veniva
precedentemente stabilito.
Le
regole erano anche molto pedanti e severe per quanto riguarda la musica e ogni
tipo di accompagnamento; ogni azione veniva ponderata e svolta in determinate
ore del giorno.
Le
feste duravano in media alcuni giorni, costituivano momenti di svago in cui
tutti potevano sentirsi riuniti e appartenenti ad un certo luogo. Questa era la
rilevanza della festa popolare,un coinvolgimento universale in nome della
religione.
Tali
avvenimenti gioiosi potrebbero essere visti invece al contrario come
manifestazioni quasi pagane, o comunque tra il sacro e il profano ma, in realtà
come abbiamo visto non era assolutamente così.
Un
altro errore in cui si può incorrere nel giudicare queste festività è appunto
considerarle quasi come manifestazioni di fanatismo religioso. E evidente però
che le celebrazioni in questione non avevano di questi intenti. Probabilmente il
fine era semplicemente il ringraziamento, la lode.
Si
pensi ai pellegrinaggi e al fine a cui puntavano coloro che decidevano di
affrontarli. Come a parlare di " Santiago de Compostela" anche in Piemonte nei
Sacri Monti si svolgevano grandi manifestazioni di devozione popolare.
In un discorso sulle feste popolari si deve
per forza fare accenno al forte legame tra il folklore e la religione.
La
denominazione di "Religione Popolare" comprende <pratiche tanto varie come
processioni tradizionali, feste votive, invocazioni di santi, il portatore di
medaglie e talismani, devozioni e santuari, pratiche di stregoneria e
divinazione, usanze che accompagnano feste religiose>.
Data la diversità di tali tradizioni lo
storico Jean Baptiste Thiers ha cercato un punto in comune, definendo
"tradizioni popolari" tutte quelle pratiche d'espressione che hanno un valore
teologico.
Anche altre tesi hanno contribuito ad
attribuire a tali pratiche un senso negativo in quanto mancanti di un'analisi
scientifica. Si può parlare di cristianizzazione delle feste pagane.
Le religioni popolari hanno un'origine molto
antica. Prendendo alcuni esempi la Festa di San Giovanni era presente nei culti
solari già proprio dei celti. Anche se nella concezione cristiana la festa era
dedicata a San Giovanni Battista, la presenza del fuoco era sinonimo di
fecondità sia per i giovani che per le greggi. Il fuoco bruciava i parassiti e
le erbe raccolte e legate in forma di croce proteggevano dalle epidemie. Altra
forma di religione popolare nel Medioevo erano le immagini miracolose come il
cero della candela che proteggeva dalle epidemie. Altre immagini erano la Croce
e Sant'Agata e la loro funzione protettice veniva estesa alle cose.
I culti furono, per molto tempo, una risorsa
o una protezione e non sono stati nè proibiti nè cancellati dall'autorità
ecclesiastica.
La religione popolare si manifestava anche
attraverso feste come quella del San Patrono, attraverso l'Ostentazione, per
esempio delle reliquie. Questa esprimeva inoltre l'appropriazione della
popolazione al suolo urbano: è un'identità collettiva. La preparazione era
un'occasione di dialogo, di partecipazione e quindi di riconciliazione sia
sociale che politica. Praticamente la storia del Santo andava a costituire la
"storia della città".
Secondo Le Goff il rapporto tra cultura
clericale e folklore esprime il rapporto tra cultura ecclesiastica e cultura
laica nel momento in cui la seconda, a partire dal sec. XI, cominciava a
regredire; rinacque la cultura primitiva e tradizionale con caratteristiche
contadine. Occorre inoltre notare come gli ecclesiastici in quei secoli
costituivano l'unico gruppo sociale alfabetizzato e depositario della cultura e
del sapere, per cui la visione del mondo offerta dalla Chiesa romana divenne
egemone sulla maggioranza della popolazione incolta.
La religiosità non era, però, uniforme:
mentre l'alto clero era dotto e quindi poteva leggere le Sacre Scritture e
conosceva la teologia, il basso clero era scarsamente istruito o molto spesso
analfabeta. Essendo però il basso clero, pur intellettualmente e moralmente
inferiore al suo compito, a diretto contatto con le masse, il cristianesimo
finì per penetrare tra i fedeli, in modo imperfetto, tanto che essi avevano
quasi tutti una conoscenza sommaria delle verità di fede e la loro vita
religiosa si nutriva anche di un'infinità di pratiche magico-supestiziose,
sopravvissute dal tempo pagano.
Essere cristiani non significava dunque alla
lettera avere la stessa fede,
credere cioè alle stesse cose, bensì aderire
ad una medesima forma mentis, condividendo la stessa visione del mondo. Dunque
l'elemento che accomunava tutti gli uomini del Medio Evo era la religiosità,
tanto che Marc Bloch, uno storico francese, li definì un "popolo di credenti".
"Popolo di credenti, si dice volentieri, per
caratterizzare l'atteggiamento
religioso dell'Europa feudale. Se si intende
dire così che qualsiasi concezione
del mondo da cui fosse escluso il
soprannaturale restava profondamente estranea
agli spiriti di quell'epoca; che, più
precisamente, la loro visione dei
destini dell'uomo e dell'universo si
inscriveva quasi unicamente nel disegno
tracciato dalla teologia e dall'escatologia
cristiana, nelle loro forme
occidentali, nulla di più esatto."
(M. Bloch, La società feudale, 1949
Einaudi, p.100)
La chiesa per certi aspetti "accolse" il
folclore:
1) struttura mentale e confusione tra reale e
soprannaturale (miracoli)
2) la cultura ecclesiastica deve inserirsi
nella struttura urbana: chiese, oratori…
Per altri aspetti è da sottolineare il
rifiuto della cultura folkloristica da parte della cultura ecclesiastica
riassumendolo nei seguenti motivi:
- per distruzione (di templi, letteratura…)
- per obliterazione (sovrapponendo a temi o
personaggi pagani quelli cristiani)
- per snaturamento (i temi del folklore
cambiano totalmente nella cultura e nei riti cristiani es. il drago cristiano è
il diavolo, ricorrente infatti è il tema del santo che combatte e vince il
drago)
Il divario tra le due culture era dovuto a
due livelli differenti, la cultura del folklore ha un carattere ambiguo; è un
insieme di credenze ed è opposta al razionalismo della cultura ecclesiastica
"erede della cultura aristocratica greco-romana" (la separazione tra bene e male
è abbandonata solo per l'onnipotenza di Dio).
Ora appare quindi chiaro il rapporto
insormontabile tra feste medievali e religione. Le feste infatti avevano come
giustificazioni alcune celebrazioni di santi, riti, pellegrinaggi…
Per fare alcuni esempi:
a Gerfalco, una cittadina della Toscana,
molto sentita era la festa in onore di San Biagio, patrono della città (vescovo
e martire vissuto nel IV sec.). La festa ricorreva il 3 febbraio (giorno della
sua nascita) ed era prevalentemente incentrata sulle celebrazioni religiose, che
diventavano manifestazione della devozione popolare. Il momento principale era
la processione solenne, dove la statua del santo veniva portata per le vie del
paese.
Un'altra festa era quella in onore della
Madonna del Frassine (la cui statua fu portata in val Cornia dal vescovo Regolo
per fuggire alle persecuzioni, e fu salvata da un incendio grazie a un monaco è
che la nascose in un bosco. La statua fu creduta distrutta dall'incendio,finchè
non venne ritrovata da un pastore). Molti erano i pellegrinaggi e i
festeggiamenti solenni organizzati dai pellegrini.
A Monterotondo era invece essenziale la Festa
di San Lorenzo. Il paese scendeva in piazza nei due giorni dedicati ai
festeggiamenti per il patrono. Agli appuntamenti religiosi, come la processione
che di sera vedeva la statua del santo portata per le vie del paese e veniva
accompagnata dai rappresentanti dei Rioni in costume, seguiva il Palio dei
Ciuchi, conteso tra i tre Rioni "La Rocca", "La Porta" e "San Bartolomeo".
Caratteristica per il folklore popolare era
la festa di Santa Barbara (l'uccisore della quale, padre Dioscoro, morì subito
dopo averla uccisa, incenerito da una saetta improvvisa e così la Santa divenne
patrona di chi si trova in pericolo di morte improvvisa e, in particolare, dopo
l'invenzione della polvere da sparo, divenne protettrice degli artificieri,
degli artiglieri, dei minatori, dei vigili del fuoco). Ogni anno al 4 dicembre
questi lavoratori si riunivano nei luoghi di lavoro per pregare la santa
affinché li proteggesse dai pericoli lavorativi.
E' interessante notare come queste feste di
connotazione religiosa oggi vengano ancora vissute e reinterpretate in molte
località d' Italia.