LA FESTA DEI FOLLI: il
dervé
della piazza di Arras
La
festa dei folli rappresenta un particolare momento teatrale di carattere
laico e popolare che vedeva protagonisti gli strati più umili della popolazione:
essa consisteva nello sfilare per le vie del paese sotto mentite ma chiarissime
spoglie sbeffeggiando ogni simbolo del terrore e del potere, a braccetto della
Morte, in groppa ad un asino paludato da Vescovo o inforcando grassi maiali
incoronati da Duca. Poiché rappresentava il rovesciamento parodistico della
normalità, la festa dei folli era spesso sottoposta a censure e a forme di
repressione.
Qui
proponiamo una scheggia del
Jeu in cui sulla piazza di Arras fa la sua
comparsa il
folle, che istituzionalmente si scontra con l'autorità
costituita, in questo caso il padre. In questa parte è il frate imbroglione che
ha con sé le reliquie di sant'Acare a introdurre i due personaggi del folle e
del padre.
PADRE
Andiamo, su, alzatevi
figlio mio. Venite a pregare il santo.
FOLLE
Cosa succede? Mi volete
ammazzare?[…] credete a questi ipocriti? Lasciatemi andare: sono io il re!
PADRE
Ah, figlio mio, sedetevi e
state calmo, o vi concio io per le feste!
FOLLE
Neanche per sogno! Sono un
rospo, e mangio solo rane. Ascoltate, suono le trombe: va bene così? Posso
continuare?
p.301
FOLLE
Chi è quello studente col
mantello?
PADRE
Ma è un parigino, figlio
mio!
FOLLE
Sembra piuttosto un
pisello rammolito! Bau!
PADRE
Che c'è? State zitti…per
le Dame!
FOLLE
Se pensasse a quelli che
ne hanno due di dame abbasserebbe un po' la cresta.
RICHIERI
Oh, oh! Maestro Adamo, ora
sono due! Questa stoccata era diretta a voi!
ADAMO
Cosa ne sa lui per
giudicare? Non mi importa affatto di quel che dice; io non sono affatto bigamo!
Lo sono invece altri…più notabili!
p.305
FRATE
E di dove siete?
PADRE
Di Duisans. È stato duro
occuparsi di lui. Guardate come scuote la testa: non sta mai fermo col corpo. Mi
ha rotto ben duecento vasi. Io sono vasaio nella nostra città.
FOLLE
Ho ben sentito Ezzelino
cantare le gesta di Anseigi e di Marsilio. Dico bene? Testimone questo pugno!
Non ho fatto buon uso dei trenta soldi? Me ne dà così tante, questo furfante,
che sono diventato una pallina.
PADRE
Non sa quello che fa
poverino. È chiaro: picchia suo padre!
FRATE
Brav'uomo, per l'anima di
tua madre, sii ragionevole: portalo a casa. Ma prima di' qui una preghiera e fai
un'offerta se hai qualcosa: la veglia l'ha stancato troppo. Domani lo riporterai
qui quando avrà dormito un po'. E poi non fa che delirare!
FOLLE
Quel frate dice che me le
devi dare?
PADRE
Ma no, figlio mio, andiamo
via. Tenete, ora sono al verde. Figlio mio, andiamo un po' a dormire e prendiamo
congedo da tutti.
FOLLE
Bau!
pp.315-317