PERSONAGGI E FESTIVITA' NELLA REALTA' MEDIOEVALE: la festa delle fate

"L'opera teatrale Jeu de la feuillèe di Adam de la Halle (1238-1288) presenta due caratteristiche di contenuto principali. Una di impronta " realistica": gli attori impersonano personaggi reali di Arras, vi sono riferimenti alla vera festa del Calendimaggio, la scena, ovvero luogo dell'azione, è da collocarsi nel Petit marchè, spazio antistante a una taverna. Allo stesso tempo vi sono tratti della cultura carnevalesca del riso: freschezza e libertà di parola, presenza del medico e della prostituta (personaggi tipici carnevaleschi), vita e vizi dei cittadini; l'elemento scatologico, il folle, la volgarità, le fate, le visioni per il futuro e la parodia liturgica." (G. Noto)
In questa sede, noi abbiamo incentrato il discorso sulla festa delle fate, il mondo "altro" rispetto al contesto della quotidianità. Infatti, sulla piazza di Arras, teatro del Jeu de la feuillèe, la festa non appartiene agli uomini ma è propria del mondo delle fate. Riportiamo alcuni estratti del testo del Jeu perché ci sembra affascinante notare come un autore del XIII secolo abbia diversificato in un unico ambito il giorno e la notte, l'eccezione e la quotidianità, gli uomini e le fate.
Ma il mondo delle fate non presenta una visione consolatoria e rassicurante, anzi … Come si può notare, le fate non sono poi così diverse dagli uomini; emergono dispetti, invidie, gelosie: insomma una sorta di doppio universo che vede Hellekin (il re Alichino) e Morgue (Morgana, regina delle fate) - il principio maschile e il principio femminile - confrontarsi in termini nel complesso inquietanti. In effetti, solo la magia del teatro avrebbe potuto mettere insieme due mondi così separati e insieme così vicini.
La festa appartiene alla notte e ai suoi misteri, prima che il giorno porti di nuovo con sé i ritmi consueti (e in certa misura, tranquillizzanti) della vita di tutti i giorni.

Tratto da Giuseppe Noto, Appunti sui rapporti tra il "Jeu de la feuillèe" di
Adam De La Halle e la cultura " carnevalesca"


Nell'opera teatrale Jeu de la feuillée (qui citato nella bella e accurata traduzione di Rosanna Brusegan, in Adam de la Halle, Teatro, a cura di Rosanna Brusegan, Marsilio, Venezia 2004) di Adam de la Halle troviamo un ribaltamento dei ruoli, nel quale gli attori divengono spettatori. Questo è il momento della festa delle fate, denominata "féerie" e ci troviamo all'interno di un contesto molto più ampio, quello della festa medievale.
Ricorrente, all'interno degli spettacoli, è il "banchetto" che ha luogo quando un bambino nasce, al quale venivano invitate tutte le fate, in modo da propiziargli una esistenza fortunata. Le creature magiche avevano l'usanza di portare dei doni, generalmente tre, due positivi contrapposti all'ultimo negativo, altro elemento da collegare alle usanze popolari, infatti la struttura ternaria aveva un ruolo importante e ricorrente all'interno del mondo culturale contadino (G. Noto).
Qui di seguito proponiamo un frammento della Festa delle fate, che irrompono sulla piazza di Arras quando è ormai notte. Dunque, cessate le attività diurne del mondo degli uomini, il mondo della notte appartiene agli esseri della féerie.

RICCHEZZA TUTTODORO
Reverendo,volete fare una cosa saggia? Mettete in salvo le vostre reliquie. So bene che,se non fosse per voi, qui ci sarebbe già da un pezzo un meraviglioso spettacolo magico:la fata morgana e le sue compagne ora sarebbero sedute a questa tavola,perché è ormai usanza stabile che vengano questa notte.
P.317
EGIDIO
Sento il corteo di Alichino,mi sembra,avanzare al suono di molti campanelli:non devono essre lontani.
P. 319
MORDIMATTI
Ditemi,vecchia imbellettata,è stata qui la fata Morgana,lei e le sue compagne?
MADAMA DOLCE
No, a dire il vero non le ho viste. Devono venire da queste parti?
P.321
MORDIMATTI
Il re Alichino che mi ha mandato qui con un messaggio per la signora Morgana,la saggia, che il mio signore ama di cuore. La aspetterò qui intorno:è in questo luogo che mi hanno dato appuntamento.
MORGANA
Benvenuto Mordimatti! Cosa fa il tuo signore Alichino?
P.323
MORGANA
Mia dolce compagna,guarda come è bello chiaro e netto qui!
ARSILLA
E' giusto che chi si prende cura di allestirci un tale luogo riceva da noi un bel regalo!
P.327
MORDIMATTI
Signora, quando arrivai qui non era ancora tutto pronto:stavano ancora montando e apparecchiando la tavola.
Se ne occupavano due chierici, e ho sentito la gente chiamare l'uno Ricchezza Tuttodoro, l'altro Adamo,il figlio di maestro Enrico.Costui portava un mantello.
P. 329
MORGANA
Fortuna. Lei c'entra in ogni cosa e tiene il mondo intero in mano sua. Oggi uno lo fa povero, domani ricco,senza sapere chi favorisce. Perciò nessuno le deve dare fiducia per quanto in alto per come sia salito, perché, se quella ruota gira male, gli tocca scendere in basso.
P 343

UNA FATA

Mie care, se lo gradite mi sembra giunto il momento di andarcene, prima che faccia mattina. Non indugiamo più a lungo qui: non dobbiamo attardarci di giorno in luoghi frequentati da mortali. Presto, andiamo al Prato; sono certa che là ci aspettano.
P 351