Gli strumenti della FaD
Quali materiali didattici?
Questa è la domanda cruciale nell'elaborazione di qualsiasi progetto didattico.
La ricchezza e la vastità di Internet possono generare false illusioni. Imparare navigando liberamente la rete è certamente possibile, ma a condizione che i soggetti coinvolti siano in grado di provvedere autonomamente ai propri bisogni conoscitivi ed abbiano una matura capacità critica, tale da discernere adeguatezza ed autorevolezza delle informazioni reperite. L'uso di Internet è dunque uno strumento potente che deve essere opportunamente finalizzato. Può offrire ottimi risultati se applicato alla formazione continua degli adulti in campo professionale, ma male si adatta ad altri contesti didattici.
Gli studenti, di qualsiasi grado, necessitano di una guida di un quadro di riferimento che li orienti nella lettura e nell'analisi dei materiali didattici. Senza questo filo conduttore la didattica a distanza rischia di non produrre alcun valore aggiunto. Per molti aspetti la navigazione libera su Internet e la distribuzione di materiali didattici non strutturati, non organizzati si equivalgono, nel senso che possono generare disorientamento e dispersione. Ciò non significa ovviamente che link selezionati o singoli documenti di approfondimento siano da ritenersi dannosi o inutili.
L'efficacia di una azione didattica a distanza è legata in massima parte alla bontà dei materiali didattici che devono essere organizzati in un percorso testuale o multimediale. I materiali didattici strutturati non devono però essere intesi come la riproduzione in formato elettronico dei lucidi degli appunti del docente. Il processo che porta alla strutturazione dei materiali nasce da un preciso progetto didattico e dalla conoscenza delle potenzialità degli strumenti tecnologici impiegati nella FaD.
È naturale che si approdi alla multimedialità ed ad all'interattività dei materiali gradualmente, attraverso la sperimentazione, occorre tuttavia avere una piena consapevolezza delle specificità imposte dalla fruizione in rete.
Nulla può essere dato per implicito allo studente a distanza che ha l'esigenza di capire, in qualunque momento del percorso formativo, dove si trova, l'obiettivo delle attività che via via gli vengono proposte ed il livello di progressione delle proprie conoscenze rispetto ai contenuti del corso.
In sintesi, un percorso strutturato che coinvolga lo studente deve rispettare alcuni punti qualificanti.
- Motivare lo studente
- Specificare ciò che lo studente deve apprendere ed in quali tempi.
- Sollecitare lo studente a richiamare ed applicare conoscenze precedenti.
- Fornire documenti ed informazioni tenendo conto delle potenzialità e delle caratteristiche degli strumenti a disposizione.
- Offrire supporto e feedback
- Controllare la comprensione.
- Essere modulare, in modo tale da garantire approfondimenti e stimoli agli studenti migliori ed occasioni di recupero agli studenti in difficoltà
Queste sintetiche notazioni mostrano chiaramente la complessità del lavoro preparatorio per l'avvio di una sperimentazione di attività didattiche a distanza.
Quale interazione?
Fino a questo momento ci siamo soffermati soltanto sulla prima tipologia di FaD, quella cioè incentrata sulla distribuzione di materiale didattico, analizziamo ora l'apprendimento in rete.
Riteniamo che i modelli puri di apprendimento in rete, tipici della formazione continua degli adulti, in cui la condivisione del vissuto personale, in relazione all'argomento di studio, può avere un ruolo molto positivo a vantaggio dell'intero processo formativo, male si adattino al mondo della scuola. Decisamente più interessanti e ricchi di stimoli ci paiono invece i modelli misti, in cui la formazione tradizionale in presenza si avvale di materiali didattici strutturati, fruibili in rete con l'aggiunta di strumenti di interazione a distanza che garantiscano la comunicazione tra docenti e studenti e tra gli studenti stessi.
Schematicamente la formazione mista prevede un processo ciclico articolato in tre momenti:
- interventi in presenza di tipo tradizionale (tipo lezioni frontali);
- fasi di apprendimento individuale, basate sull'uso di materiali didattici strutturati e non, erogati a distanza;
- attività in rete, incentrate su esercitazioni, discussioni e produzioni collaborative.
Anche rispetto al modello misto la progettazione del corso è di fondamentale importanza. Occorre infatti predisporre un buon bilanciamento tra le attività in presenza e quelle da proporre a distanza, in modo tale che le une siano funzionali alle altre e viceversa. In particolare, se le attività in presenza non gettano le basi per la successiva attività a distanza, chiarendo obiettivi, tempi e risultati attesi, l'interazione in rete può diventare esangue e perciò poco stimolante per gli studenti e, soprattutto poco efficace sul piano didattico.
Il confronto e la discussione in rete riformulano sia il rapporto tra lo studente ed il docente sia tra gli studenti, facendo emergere spunti preziosi per la didattica. Al riparo della rete, per così dire, lo studente si sente maggiormente libero di proporre e di condividere la propria rielaborazione dei testi e dei materiali didattici oggetto del suo studio individuale.
Sull'altro versante, il docente ottiene una sorta di mappa, precisa e puntuale, delle criticità dei percorsi individuali che gli consente di intervenire più agevolmente, riorientando, chiarendo e specificando i contenuti trasmessi durante il corso.
La difficoltà sta nell'avviare la discussione, nel rompere gli schemi tradizionali del confronto in presenza.
Quali strumenti di interazione?
Il ventaglio degli strumenti a disposizione per gestire l'interazione in rete è molto ampio. Per operare delle scelte occorre, ancora una volta, prendere le mosse da un progetto didattico ben delineato. Soltanto su queste premesse gli strumenti possono essere individuati e modulati.
Rispetto a finalità didattiche ed educative, la posta elettronica e le mailing list (liste di distribuzione di messaggi di posta elettronica) si rivelano insufficienti e difficili da gestire. Inoltre limitano le possibilità di confronto e di dibattito tra i soggetti coinvolti, rendendo confuso l'intrecciarsi dei temi trattati, con la conseguenza di indurre quell'effetto di disorientamento dello studente a cui abbiamo già fatto cenno.
Limiti ancor più marcati mostra la chat, in cui il dialogo in tempo reale, oltre ad impedire la suddivisione ragionata dei temi dibattuti, inibisce ogni stimolo alla riflessione ed alla rielaborazione.
Nettamente più funzionale è invece l'uso dei web forum e dei sistemi di computer conferencing, caratterizzati da un meccanismo a bacheca, in cui la comunicazione può essere agevolmente organizzata, ordinata, suddivisa per temi, moderata ed orientata dal docente remoto.
L'aspetto cruciale da sottolineare è che questi strumenti di interazione permettono agli studenti lo svolgimento di attività parallele: pubblicazione di messaggi e di testi, discussioni, sondaggi, produzioni collaborative.
Va infine considerata l'importanza della modularizzazione e della personalizzazione dei percorsi formativi, grazie alle potenzialità progettuali offerte dal meccanismo a bacheca. In estrema sintesi, qualsiasi percorso formativo può essere scomposto nelle sue parti e prevedere sbarramenti e deviazioni obbligate in funzione sia del recupero, sia della gratificazione di gruppi selezionati di studenti.
Quali competenze?
L'avvio di un progetto di didattica a distanza deve necessariamente fare i conti non solo con le risorse da mettere in campo, ma anche con le competenze.
Il primo ostacolo è rappresentato dagli studenti stessi. Non è affatto scontato che gli studenti padroneggino l'uso degli strumenti tecnologici indispensabili per accedere ad un corso erogato a distanza. Va tuttavia osservato che, in linea generale, data l'interfaccia friendly dei forum e dei sistemi di computer conferencing, una alfabetizzazione informatica è un requisito più che sufficiente per l'avvio delle attività in rete.
Più delicato è invece il problema delle competenze sul versante dei docenti.
La progettazione, l'erogazione, il monitoraggio e la valutazione di corsi in modalità e-learning richiedono competenze specifiche. Soprattutto rispetto alla fase di erogazione del corso, non è irrilevante che i docenti stessi abbiano sperimentato come discenti gli strumenti scelti per lo svolgimento di attività didattiche interattive. Infatti soltanto l'uso degli strumenti può rivelarne con chiarezza limiti e punti di forza.
Ciascun docente ha sperimentato l'essere allievo in presenza e, accingendosi a preparare una lezione, consciamente o inconsciamente, fa appello a questa esperienza quando cerca di porsi nelle condizioni dei propri uditori. Quanti docenti hanno invece sperimentato l'essere allievi di corsi erogati a distanza, basati su materiali pensati per essere fruiti senza un supporto diretto?
Ecco perché la strada più efficace è quella di formare i futuri docenti/tutor on line adottando le tecniche della formazione a distanza per dar loro modo di provarne in prima persona vantaggi e svantaggi, osservandoli dal lato del corsista.
Anche lasciando da parte le difficoltà specifiche della fase di erogazione, non si può comunque trascurare che la realizzazione di corsi on line è il frutto dell'incontro di diverse competenze che corrispondono a diverse figure professionali. Ecco alcuni esempi:
- sistemista esperto della piattaforma hardware e software che garantisce la protezione delle comunicazioni, la pubblicazione e la manutenzione dei materiali in rete;
- docente esperto in progettazione didattica, con una esperienza specifica in ambito FaD;
- docente esperto della materia oggetto del corso;
- docente/tutor capace di gestire, moderare ed orientare l'interazione in rete;
- programmatore di pagine web e di documenti multimediali.
Risulta perciò evidente che una struttura scolastica che voglia avviarsi sul terreno della sperimentazione della didattica a distanza debba preoccuparsi non solo della scelta dell'infrastruttura tecnologica, ma anche della creazione di uno staff, di un gruppo di lavoro, di una redazione che garantisca questo intreccio di competenze.
Va infine osservato che, seppur con vincoli progettuali diversi, ogni disciplina può fare proficuamente ricorso agli strumenti ed alle tecniche della FaD. Diventa quindi essenziale che una redazione, un gruppo di lavoro coordini e guidi le esperienze, in modo tale da evitare che i docenti della varie discipline procedano in ordine sparso con il rischio di disperdere energie e risorse. La mancanza di coordinamento e di continuità non è senza conseguenze neppure sul versante studenti; essi si trovano infatti costretti ad un adattamento, spesso dispersivo, a strumenti e metodologie che variano da docente a docente da disciplina a disciplina.
Non si tratta ovviamente di negare le peculiarità delle singole discipline o di ingessare la creatività e la sperimentazione, quanto piuttosto di creare uno spirito di sistema, in cui alla continuità dell'infrastruttura tecnologica segua una certa omogeneità degli approcci metodologici.
Un esempio di coordinamento: la Facoltà di Scienze Politiche
A partire dal 1998, la Facoltà di Scienze Politiche dell'Università degli Studi di Torino si è impegnata, rispondendo alle esigenze degli studenti-lavoratori, nell'erogazione di corsi a distanza, finalizzati non solo all'approfondimento di tipo seminariale, ma anche al recupero delle competenze.
Grazie al lavoro di una redazione costituita ad hoc, si è proceduto alla definizione di un impianto progettuale capace di accogliere, armonizzare e valorizzare le peculiarità delle diverse discipline e gli orientamenti didattici dei diversi docenti.
Il risultato di questo sforzo, a cui chi scrive ha partecipato in prima persona in qualità di membro della suddetta redazione, è stata la creazione di una serie di
siti Internet2, ciascuno dedicato ad una disciplina, accomunati però da una architettura della
comunicazione condivisa3.
Ad un'analisi superficiale colpisce soltanto la continuità degli aspetti grafici, prestando maggiore attenzione emerge con chiarezza una comune struttura logica che organizza i diversi contenuti disciplinari, accompagnando ed orientando lo studente.
Accanto a tali siti, destinati a contenere
materiali didattici strutturati4 e non strutturati, è stata predisposta, mantenendo ferme le suddivisioni disciplinari, un'area dedicata all'interazione tra docenti e studenti, modulabile a seconda degli obiettivi didattici del
corso5.
Tale impianto progettuale generale si spiega soprattutto in relazione alla gradualità che deve caratterizzare il passaggio dalla didattica tradizionale alla didattica a distanza. Cercando di delineare un iter di sviluppo si può ritenere che l'obiettivo più immediato coincida con la pubblicazione in rete di materiali didattici non strutturati, per esempio di approfondimento e di supporto rispetto allo studio, a cui seguano la strutturazione degli stessi in percorsi autoconsistenti ed infine l'interazione nelle sue varie sfumature di intensità. Questo iter consente di creare un filo di continuità tra le varie discipline che non disorienta lo studente e tiene conto dei diversi tempi di rielaborazione degli approcci didattici da parte dei docenti.
Il caso della Facoltà di Scienze Politiche pone dunque in rilievo l'importanza, attraverso la mediazione di una redazione, della condivisione delle esperienze e della graduale, ma costante, ricerca di una omogeneità metodologica.