Aspetti e caratteri della lingua e della
letteratura francese
di Lionello Sozzi, Facoltà di Lettere,
Università di Torino
Nessuna letteratura europea si è svolta,
come quella francese, nel largo arco temporale di dieci secoli: tanti
infatti ne passano dalla Chanson de Roland agli autori del
Novecento. Ma non si tratta solo di stabilire un bilancio
quantitativo. La letteratura francese si è imposta sulla scena
mondiale come "terza letteratura classica" per motivi,
ovviamente, più interni e di natura qualitativa.
Ha utilizzato, innanzi tutto, uno strumento
linguistico da tutti e sempre considerato esemplare per la sua
chiarezza, il suo rigore, la sua eleganza: codificata dai grandi
linguisti del Seicento per iniziativa di Richelieu e dell'Accademia
di Francia, la lingua francese si è imposta nel mondo, per
almeno tre secoli, come lingua dotata di una sua "universalità"
(l'universalité de la langue française è
il titolo di un famoso scritto di Rivarol), di una sua razionale e
cartesiana trasparenza, di quelle doti, cioè, che spiegano,
oggi, non solo la presenza nel mondo di una larga area di francofonia
(America del Nord, Africa, Estremo Oriente), ma anche la scelta del
francese come lingua di adozione da parte di autori prestigiosi
proveniente da altri orizzonti (Kundera, Eliade, Cioran…).
La Francia non ha avuto una figura rappresentativa del "genio"
nazionale (un Dante, uno Shakespesre, un Goethe, un Cervantes) perché
nella pluralità delle sue voci (Rabelais e Molière,
Racine e La Fontaine, Voltaire e Rousseau, Hugo e Baudelaire,
Flaubert e Proust) ha additato una pluralità di vie da
percorrere, una serie inesausta di modelli e di "canoni".
Ha coltivato dei generi letterari altrove
inusitati e dotati di un'enorme forza di attrazione: su pensi
soprattutto alla letteratura moralistica, da Montaigne a La
Rochefoucauld o a La Bruyère, da Vauvenargues a Chamfort o a
Senancour: un moralismo tutt'altro che predicatorio ma, al
contrario, risolto in severa critica, in antiretorica, in
spregiudicato disincanto, quello che in Italia agirà su
Leopardi o su Manzoni. Si pensi, inoltre, a generi più
autenticamente letterari e creativi come il romanzo ciclico,
coltivato da autori di prima grandezza come Balzac, Zola, Proust, per
non citare che i maggiori; ma si pensi anche a generi minori come il
vaudeville, che per lungo tempo ha diffuso dalle scene
d'Europa uno spirito esilarante e pungente, il gusto di un
linguaggio arguto, graffiante, satirico che è sembrato
congeniale alla Francia, specifico del codice espressivo francese: un
codice che è anche all'origine delle grandi creazioni
cinematografiche degli anni Trenta e Quaranta (basterà
ricordare le opere di un René Clair o di un Marcel Carné).
La Francia ha dato iniziato un Europa, per lo meno dal Settecento in
avanti, una serie di battaglie culturali a cui solo in un secondo
momento le altre culture si sono adeguate: si pensi, dopo il fervore
illuministico sfociato nella grande Rivoluzione, alla battaglia
romantica, al Parnasse, al simbolismo, al naturalismo, al
decadentismo e poi al surrealismo, alla letteratura
esistenzialistica. Parigi è stata, per secoli, il vivaio e il
centro generatore di ogni nuova idea, di ogni nuova sperimentazione..
Il gusto della sperimentazione è forse
all'origine anche di un altro fenomeno che ci sembra specifico,
quell'intenso dibattito sulla funzione o sul senso della
creazione letteraria e sulle sue molteplici vie che proprio in
Francia ha trovato il suo terreno più fertile: si pensi al
trattato di Madame de Staël De la littérature, al
poemetto sulla Fonction du poète di Victor Hugo, poi
alla figura dell'intellettuale quale è emerso nel corso
del dibattito, anzi dello scontro, sull'affare Dreyfus, o, nel
ventesimo secolo, all'opera
di Julien Benda La trahison des clercs, o agli scritti dal
titolo Qu'est-ce que la littérature? di autori
come Charles Du Bos o Jean-Paul Sartre e, prime di loro, come
Lamartine. Nulla di univoco si desume da queste proposte, nessuna
linea emerge in esse che finisca con l'obnubilare le altre: i
vari modi di concepire il fatto creativo dicono appunto la pluralità
dei modelli, dei programmi, degli intenti: si va dall'idea di
"indipendenza" del fatto letterario da ogni coercizione
ideologica e politica all'idea del poeta «homme des
utopies», alla proposta di una dimensione contemplativa della
creazione letteraria, alla teoria, così fortunata,
dell'engagement. Qui ci addentriamo, in fondo, nel
terreno della cosiddetta "teoria della letteratura", ed
anche in questo campo la Francia del Novecento è stata
maestra: alludiamo alle eminenti figure della "scuola di
Ginevra" (Béguin, Raymond, Richard, Poulet..) oppure
alla fortuna nel mondo della nouvelle critique (Barthes,
Genette).
S'impone sulla scena europea anche un'altra
problematica di origine francese, quella di un femminismo che non è
affatto una scoperta del nostro tempo, poiché la cultura di
Francia ha seguito tale percorso per lo meno dal Medio Evo in
avanti: si pensi a Christine de Pizan per il tardo Medio Evo o a
Margherita di Navarra e a Louise Labé per il pieno
Rinascimento, o agli esponenti di quella querelle des femmes che
si risolve nel Cinquecento in un vivace dibattito in merito al posto
della donna in società e ai suoi diritti, o alle celebri
salonnières del Seicento, o alle "preziose",
o a Madame de Sévigné e alla sue splendide lettere, e
poi alle grandi dame del Settecento che fecero dei loro salotti il
luogo d'incontro degli esponenti della cultura illuministica
più avanzata, da Madame Du Deffand a Mademoiselle de
Lespinasse a Madame Du Châtelet, e poi negli anni della
rivoluzione alla splendida figura di Madame Roland, martire sul
patibolo e così coraggiosa nel dire la verità ai suoi
persecutori, e poi a Madame de Staël e all'importanza che
acquistò nel primo Ottocento il celebre salon di
Coppet, ove si riunivano, dice Stendhal, gli stati generali
dell'intelligenza europea. E si pensi ancora a figure
altamente rappresentative come George Sand in età romantica o
Louise Ackerman in età decadente, per arrivare nel Novecento a
una poetessa come Anne de Noailles e, più tardi, alla compagna
di Sartre, Simone de Beauvoir, autrice, in merito al nostro tema, di
un celebre libro, Le deuxième sexe. Da Christine de
Pizan alla Beauvoir, la cultura francese ha imposto ovunque
principi, modelli, argomenti, spunti di riflessione.
Qualcosa di analogo è accaduto in
determinati campi tematici: tipica della produzione letteraria
francese e destinata a una larga fortuna europea e mondiale è,
ad esempio, la scelta tematica che si risolve nel confronto col
primitivo e col diverso. Anche in questo caso, ovviamente, la
Francia non è l'unico paese ad aver proposto questo
genere di riflessioni: si pensi ad esempio ai navigatori e ai
missionari inglesi e spagnoli, portoghesi, olandesi e italiani.
Tuttavia gli scrittori francesi sono quelli che più
vivacemente hanno saputo, sull'argomento, diffondere il loro
messaggio e proporre i loro modelli, si pensi soprattutto al Discours
sur l'inégalité di Rousseau, o a Bougainville
e al suo Voyage autour du monde, o a Gauguin che collabora con
le sue tele alla diffusione del mito tahitiano, per giungere fino a
Claude Lévi-Strauss, il padre della moderna antropologia,
quella stessa antropologia di cui appunto Lévi-Strauss è
oggi nel mondo il più brillante esponente, l'autore di
opere belle e memorabili: come Race et histoire e Tristes
Tropiques.
Infine, un ultimo dato, specifico della cultura francese: la Francia
ha sempre svolto, in Europa, una funzione intermediaria nel senso che
ha diffuso, grazie appunto al privilegio del suo strumento
espressivo, i valori proposti in altri ambienti, in altri orizzonti
culturali: si pensi ai novellieri (Bandello) che giungono a
Shakespeare tramite i traduttori francesi, o a La:Fontaine che mette
in versi le trame favolistiche di più diversa origine, o agli
illuministi che diffondono ovunque i messaggi culturali e filosofici
provenienti dal mondo anglosassone, o a Mme de Staël che rende
accessibile, col suo trattato
De l'Allemagne, il
patrimonio culturale germanico, o ai traduttori francesi dei romanzi
russi dell'Ottocento. S'intendono, su questa base, i
versi di Piron, modesto poeta settecentesco il quale ha scritto: «La
Francia è un crogiolo in cui si depura e raffina l'oro
dell'Europa».
L'INSEGNAMENTO DEL FRANCESE
Perché imparare il Francese?
Prof.ssa Emma Vanna Garro, già ispettore M.I.U.R.
L'UE e gli
Stati membri hanno da tempo riconosciuto la necessità di
promuovere azioni mirate all'apprendimento delle lingue, non
solo migliorandone l'insegnamento, ma favorendo la diversità
linguistica e sostenendo le iniziative intraprese dalle autorità
locali, regionali e nazionali.
Con il recente
allargamento la nuova Unione conterà più di 450 milioni
di individui con caratteristiche etniche, culturali e linguistiche
diverse, quindi più che mai sarà indispensabile che i
cittadini abbiano le capacità di capirsi e di poter comunicare
tra loro.
Attraverso la Carta
Europea, il Libro Verde, il Libro Bianco e quanto si realizza con i
diversi Programmi (Socrates, Leonardo, Comenius, Erasmus ecc.) si
lavora intensamente per migliorare la padronanza della competenza
linguistica e la comprensione tra le persone.
Purtroppo la gamma
delle lingue straniere parlate dagli Europei è alquanto
ristretta e si limita all'inglese, al francese, al tedesco ed
allo spagnolo.
Il documento di
consultazione linguistica è stato reso accessibile on-line in
tutte le lingue dell'UE.
Riconoscendo
validissimo il principio di appoggiare l'apprendimento
dell'inglese, sin dalla prima infanzia, per dare modo a tutti
di comunicare in modo soddisfacente almeno in un lingua veniamo ora
ad un tema attuale: perché imparare il francese.
Il francese è
la madre lingua di circa 200 milioni di persone.
In Europa è
parlato in Francia, Belgio, Svizzera e Lussemburgo, passando alle
Americhe, nella Louisiana si trovano comunità francofone, il
francese è una delle lingue ufficiali del Canada ed è
parlato nei Carabi ed è ancora la lingua colta di alcuni
Paesi del Sud- Est Asiatico, del Nord Africa e di buona parte
dell'Africa centrale ed occidentale. In Medio Oriente il
Libano è la punta di diamante della francofonia, si devono poi
considerare i dipartimenti francesi d'oltre mare, come
Guadalupa, Martinica e la Guyana francese.
Personaggi illustri
della moda, dell'arte, della letteratura, della musica
provengono dalla Francia, come pure diversi movimenti di carattere
religioso ed intellettuale.
Il richiamo alla
cultura risulta inoltre significativo poiché per comprendere,
apprezzare e valutare adeguatamente un'opera è
indispensabile conoscerla nella sua lingua originale.
Nelle scelte
linguistiche ognuno deve tenere in considerazione le collocazioni
regionali, promuovendo una strategia di apertura sopranazionale ed
interculturale. In tale contesto gli insegnanti di lingue hanno un
ruolo primario, spetta a loro diffondere i valori europei di
apertura, tolleranza e volontà di comunicare con implicita
l'accettazione reciproca.
Proprio attraverso i
programmi europei di cooperazione, le istituzioni responsabili della
formazione devono intensificare i legami professionali con le
controparti in tutta Europa ed elaborare le loro attività
attraverso strumenti di ogni genere, valendosi della multimedialità
e di approccio on line in grado di risolvere problemi di tempo e di
spazio.
Ad ogni livello la
formazione ci accompagna per tutto l'arco della vita,
migliorando le nostre capacità professionali.
I vari siti con le
molteplici scelte che ci offrono agevolano l'apprendimento,
innovano il rapporto con le tecnologie e rendono la didattica più
efficace.
La lingua
francese trova posto nell'apprendimento linguistico del futuro
cittadino europeo?
Certamente, questa
lingua s'impone per le motivazioni a cui già abbiamo
fatto cenno, ma l'esigenza scaturisce, in particolare, per
coloro che credono nella cultura del vicino, nello scambio, nel
desiderio di conoscere gli altri, nei giovani transfrontalieri che
potranno liberamente studiare, viaggiare, lavorare nel Paese accanto,
che si raggiunge facilmente, che si conosce meglio e che rappresenta
meno oneri finanziari per gli spostamenti.
On line sarà
sempre possibile realizzare approcci trans e multidisciplinari
mediante l'uso di un'altra lingua.
Tuttavia è
opportuno sottolineare che ognuno, nelle scelte linguistiche, deve
essere guidato tenendo in considerazione le diverse collocazioni
regionali e promuovendo una strategia di apertura interculturale.
cliccando
wikitravel.org/fr/Liste_des_pays_francophones
si aprirà la lista dei paesi francofoni
cliccando
http://banska.alliance.free.fr/Franc02.htm
si presentano offerte diverse per scelte di attività
pedagogiche e culturali, nonché "dieci parole" di
Victor Hugo con suggerimenti per esercizi vari
Una
pista valida per documentarsi sulla certificazione delle competenze
linguistiche risulta essere il
"Quadro comune europeo di
riferimento per le lingue (QCER)" che permette di definire
i livelli, delinea un insieme di punti comuni di riferimento e
fornisce una rappresentanza globale del sistema.
per coloro che non
sono specialisti.
Gli Enti accreditati
per la verifica sono numerosi, tra questi si annoverano quelli
riconosciuti dai Ministeri dei paesi di appartenenza:
Alliance Française,
Chambre de Commerci et de l'Industrie de Paris; Ministerio de
educacion, cultura y deporte, Goethe Institut Inter Nationes per le
lingue francese, spagnola e tedesca e Cambridge Ucles, City §
Guilds International (Pitman), Edexcel International London, e
Trinity College London per la lingua inglese.
Sito:
www.dialang.org
GLI SCAMBI
Prof.ssa Giulia Meda, docente Scuola Secondaria di secondo grado
Secondo
la mia esperienza d' insegnante nella scuola secondaria di 2°
grado, lo studio della lingua francese viene accolto generalmente con
entusiasmo dai ragazzi che la sentono una lingua"
conosciuta"
, vicina sia come suoni, che come radici e modi di vivere; la
vicinanza del Piemonte alla Francia è di grande aiuto in
questo senso. Si ha quindi voglia di parlare subito, mettendo in
pratica quello che viene imparato di volta in volta. E' una
lingua "
amica" che gli allievi hanno l'impressione
di conoscere.
In
questa ottica gli scambi sono una proposta molto ben accolta, ma,
affinché sia efficace, deve essere organizzato secondo alcuni
criteri di base, eccone i
principali:
-
scelta della scuola
simile alla propria e visita conoscitiva dei colleghi, della
struttura e del territorio
-
individuazione della
tematica o del programma da svolgere
-
stesura del regolamento
i cui punti salienti riguardano i diritti/doveri del partecipante e
delle famiglie ospitanti
-
scheda dell'allievo,
importante per gli abbinamenti, contenente: generalità,
composizione della famiglia, gusti personali,caratteristiche
della propria personalità, eventuali problemi di salute:
allergie ed altro
-
definizione delle date
in base ai rispettivi calendari scolastici
-
presentazione dello
scambio ai genitori: scuola straniera, date, programma, mezzo di
trasporto, preventivo
-
scheda di adesione
firmata dai genitori con l'impegno a ricevere il corrispondente
ospitante
L'esperienza dello
scambio ha una duplice validità, sia come apprendimento
linguistico che come esperienza umana. La personalità
dell'alunno ne viene arricchita in quanto trovarsi a vivere il
quotidiano in una realtà diversa implica un apprendimento di
valori quali la tolleranza, il rispetto per le differenze, la
comprensione di altre culture.
Questa apertura mentale
sull' Europa è basilare nel futuro di questi giovani
proiettati in un mondo di cambiamenti sempre più rapidi, in
cui la capacità di "adattamento" e la conoscenza
delle lingue sarannole carte vincenti nel mondo della
globalizzazione.