I
FRATTALI
I frattali sono
particolari figure geometriche complesse, studiate da vari matematici negli
ultimi due secoli (Julia, Cantor), ma portate a uno stadio avanzato di sviluppo
da
Benoit Mandelbrot negli anni Settanta. Con le avanzate tecnologie
messegli a disposizione dalla IBM, Mandelbrot riuscì a far progredire di
moltissimo gli studi su questa branca della matematica, forte di calcolatori con
capacità molto superiori a quelli avuti a disposizione dagli altri matematici.
Il
frattale è una figura geometrica in cui un motivo identico si ripete
su scala continuamente ridotta, teoricamente per infinite volte: ingrandendo la
figura si otterranno sempre forme ricorrenti. Essi differiscono dagli oggetti
geometrici tradizionali e dalle curve piane classiche perché non derivano da una
funzione, cioè da un rapporto fra variabili esprimibile in un grafico, ma
da un
algoritmo, cioè un sistema di procedure di calcolo che portano alla
soluzione di un problema in un numero finito di operazioni: questo genera un
numero di forme e particolarità molto più alto. Inoltre, l’algoritmo che li
genera è
ricorsivo, cioè iterato infinitamente: questo genera l’
autosimilarità
del frattale, la proprietà per cui ogni parte più piccola è uguale alla
figura intera e a ogni successivo ingrandimento si ripresenta sempre la stessa
figura. La costruzione di un frattale parte da una figura di partenza cui si
applica la trasformazione definita dall’algoritmo un numero infinito di volte, o
meglio un numero di volte bastante per l’uso cui il frattale è destinato.
Ad esempio uno dei
frattali più famosi, il
Triangolo o
Gerla di Sierpinski,
deriva da un semplice quadrato. A tale quadrato si sottrae un quadrato più
piccolo pari a un quarto della sua area in basso a sinistra, ottenendo una
figura che può essere vista come l’unione di tre quadrati più piccoli. A
ciascuno di essi viene applicato ancora il procedimento fino ad ottenere la
figura finale.
E così via…
In termini matematici, i
punti del quadrato si sottopongono a tre
traslazioni, così
sintetizzabili, ponendo l’origine di un piano cartesiano nel vertice in basso a
destra del quadrato:
1)X = ½x
2) X = ½x 3) X = ½x + ½
Y = ½y
Y = ½y + ½ Y = ½y + ½
Dove x e y sono le
coordinate iniziali dei punti rispetto all’origine, e X e Y sono le coordinate
dei punti traslati. Nella figura a colori vediamo come la trasformazione 1)
generi la parte in blu, la trasformazione 2) quella rossa, la trasformazione 3)
quella verde:
Un frattale, come molte
altre figure (retta, altre funzioni) non è interamente rappresentabile: siccome
l’algoritmo deve essere ripetuto
infinite volte, la forma definitiva che
avrà il frattale è solo ipotizzabile, ma non ricreabile. Ciò genera il paradosso
consistente nel sapere perfettamente
come calcolare la forma del frattale
ma nel non poterla in alcun modo realizzare. Tuttavia con lo sviluppo continuo
della capacità di calcolo dei computer, si possono creare figure che hanno la
stessa valenza matematica per la rappresentazione del frattale della valenza che
ha segno su un foglio per la rappresentazione della retta. Esistono programmi in
grado di compiere le operazioni per il disegno del frattale un numero di volte
talmente alto da tracciare una figura assolutamente assimilabile al frattale
vero e proprio sia per la semplice visualizzazione sia per le operazioni di
calcolo (qualunque ulteriore ripetizione delle operazioni genererebbe differenze
così infinitesimali da essere impercettibili).
DEFINIZIONE TECNICA
In realtà i frattali,
essendo fra i principali oggetti di studio della matematica odierna e dunque una
materia in continua evoluzione, non hanno ancora una definizione matematica
precisa: l'atteggiamento corrente è quello di considerare frattale un insieme di
punti F che abbia proprietà
simili alle quattro elencate qui di seguito:
1)
Autosimilarità:
F è unione di un numero di parti che, ingrandite di un certo fattore,
riproducono tutto F; in altri termini F è unione di copie di se stesso a scale
differenti.
2)
Struttura
fine: F rivela
dettagli ad ogni ingrandimento.
3)
Irregolarità: F
non si può descrivere come luogo di punti che soddisfano semplici condizioni
geometriche o analitiche: la funzione è
ricorsiva, cioè infinitamente
iterata.
4)
Dimensione
di autosimilarità > della dimensione topologica
La
dimensione topologica di un insieme è
il numero di parametri indipendenti
necessari alla descrizione di un punto dell'insieme. Ad esempio, un punto
sul piano è descritto da due parametri indipendenti (le coordinate cartesiane
del punto) e, infatti, il piano è bidimensionale. Se l’insieme di riferimento
fosse la retta il parametro presente sarebbe uno solo, la lunghezza, e infatti
la retta è monodimensionale; lo spazio, infine, necessita di tre coordinate
fondamentali (altezza, larghezza, profondità) ed ha dunque tre dimensioni. Ne
consegue che la dimensione topologica dovrebbe essere sempre un numero naturale.
Tuttavia i
frattali, nonostante possano essere rappresentati in uno spazio
convenzionale a due o tre dimensioni (pur con il metodo delle
approssimazioni che abbiamo visto), hanno dimensione frazionaria. La
lunghezza di un frattale "piano" non può essere misurata definitamene
con l’ausilio delle semplici coordinate topologiche, ma dipende
strettamente dal numero di iterazioni al quale si sottopone la figura
iniziale: l’ordinaria definizione di dimensione è dunque venuta a
perdere significato, e ne è stata universalmente adottata una molto più
tecnica (la dimensione di Hausdorff) che ammette l’esistenza di
dimensioni frazionarie. |
Il termine
frattale
venne coniato nel 1975 da Mandelbrot, e deriva dal latino
fractus,
in onore della loro dimensione frazionaria.
La natura produce molti
esempi di forme molto simili ai frattali. Ad esempio in un albero (soprattutto
nell'abete o nella felce) ogni ramo è approssimativamente simile all'intero
albero e ogni rametto è a sua volta simile al proprio ramo, e così via; è anche
possibile notare fenomeni di auto-similiarità nella forma di una costa: con
immagini riprese da un satellite man mano sempre più ingrandite si nota che la
struttura particolare di golfi e insenature mostra molte componenti che
rassomigliano molto alla forma complessiva su scala più grande. Mandelbrot
cominciò a studiare i frattali proprio approfondendo altri studi sulle
irregolarità delle coste inglesi, scoprendo tantissime affinità fra tali figure
e molte forme del mondo reale. Oggi si ritiene universalmente che i frattali
possano descrivere il mondo in maniera molto più precisa e accurata che non le
vecchie figure piane euclidee, che sono solamente approssimazioni delle forme
reali. Gli utilizzi attuali della geometria frattale sono i più disparati:
alcuni economisti hanno sviluppato teorie che arrivano a prevedere le
oscillazioni del mercato secondo modelli matematici frattali, mentre c’è sempre
maggior interesse sulla
componente artistica della geometria frattale: si
organizzano annualmente varie competizioni in merito, nelle quali artisti con
sufficienti cognizioni matematiche possono presentare le loro creazioni. Ecco
alcuni esempi:
"La morte nera"
"Zorro"