MONASTERO DI AVELLANA
Da
Pergola prendiamo la strada provinciale per Serra Sant’Abbondio e, a circa sette
chilometri da questo paesino, si erge, alle pendici del Monte Catria, il
Monastero di Santa Croce di Fonte Avellana, la più grande abbazia di tutte le
Marche.
Costruito per volere di San Romualdo nel 980, fu
notevolmente ampliato nel corso dell’XI secolo da San Pier Damiani, il quale ne
divenne priore; l’eremo si ingrandì ulteriormente tra il XII e il XIII secolo,
quando assunse un vero e proprio ruolo-guida; attualmente è retto da una
comunità di monaci Camaldolesi.
Accediamo alla chiesa tramite un grande piazzale,
dal quale è possibile ammirare la torre campanaria, edificata alla fine del
1400.
La chiesa romanico-gotica (XII secolo) subì
profondi rimaneggiamenti in stile barocco nel corso del 1600, ma tra gli anni 40
e gli anni 80 del XX secolo è stata riportata al suo originario splendore.
L’interno a croce latina è costituito di una sola
navata con transetto, sormontata da volte a botte; l’altare maggiore è
arricchito da un Crocifisso ligneo realizzato nel 1567.
A destra della chiesa, come prefissato dalla regola
benedettina, è collocato il chiostro, il quale fu edificato nel corso del 1100 e
presenta elementi romanici e gotici insieme. Da qui è possibile raggiungere i
vari ambienti conventuali: innanzitutto visitiamo lo Scriptorium dell’XI secolo,
dove i monaci realizzavano i bellissimi codici miniati e trascrivevano le opere
della classicità, come i poemi di Omero (tutti attualmente custoditi nella
Biblioteca Vaticana e nel Collegio Germanico Ungarico di Roma). Ma tale ambiente
è rilevante specialmente da un punto di vista architettonico, in quanto è stato
edificato nel rispetto dei canoni imposti dalla cosiddetta Sezione Aurea, i
quali fanno sì che il pavimento dello Scriptorium costituisca un vero e proprio
calendario solare.
È possibile poi visitare la sala del Capitolo, il
refettorio di epoca barocca e la sala intitolata a San Pier Damiani, la quale è
sormontata da volte a botte, come la chiesa, ed è arricchita da finestre
trilobate. È interessante anche vedere le celle, costruite contemporaneamente al
monastero, dove i monaci si ritiravano in preghiera, ricevendo cibo da
strettissime finestrelle.
È curioso sapere che a 300 metri dall’eremo, la
conformazione peculiare della vallata dà vita ad echi lunghissimi, capaci di
ripetere un intero endecasillabo.
Nel caso in cui si sia interessati a passeggiate naturalistiche, è possibile
fare un’escursione sul Monte Catria, fra una fitta vegetazione di querce,
noccioli, frassini e roverelle.
Liceo "Norberto Rosa"
Indirizzi Scientifico e Scientifico Tecnologico
A.S. 2006-07