LA MUSICA PIÙ CONTEMPORANEA: LA MUSICA ELETTRONICA




INTRODUZIONE

Dicendo musica elettronica intendiamo la musica prodotta con strumentazione multimediale o elettronica. Essendo gran parte della musica contemporanea in generale registrata, suonata, e scritta con l'ausilio di equipaggiamenti elettronici (sequencer sia hardware che software), l'espressione è pertanto applicata più adeguatamente a quei generi in cui l'elettronica non costituisce un mezzo utilizzato nel processo di registrazione e

rifinitura del brano musicale, ma è costituente della natura stessa del pezzo, come incisioni create mediante sintetizzatori (hardware o software) o campionatori, DrumMachine e groovebox. In questo senso l'espressione musica elettronica può essere quindi applicata ad opere ed artisti con intenti musicali estremamente svariati, quali l'art rock elettronico (Tangerine Dream e Kraftwerk), la chillout (Cafè Del Mar), la chemical (Prodigy o Chemical Brothers), il SyntPop o SyntRock (Depeche Mode) o la techno (Dave Clark).

Breve storia della musica elettronica



Alla scoperta del campo elettromagnetico uno dei primi effetti collaterali che fu notato fu quello dei suoni da esso generati. In seguito nacque il primo tra gli strumenti elettronici, che è il theremin (dal nome del suo inventore, negli anni 20). Esso consiste in una sorta di antenna che traduce ogni campo elettromagnetico in un suono. E’ sufficiente battere le mani o spostare degli oggetti per influenzare tale ricettore che quindi produce dei suoni. Con la seconda guerra mondiale e quindi con l'introduzione dei transistor e dei primi elaboratori elettronici, la corsa verso gli strumenti elettronici compì il primo balzo. Molti sperimentatori sonori, infatti, si interessarono alla produzione di suoni derivanti da tali nuove tecnologie. Fino agli anni 60 si mantenne come una pratica per pochi eletti, a causa degli alti costi delle apparecchiature e della relativa difficoltà nel loro utilizzo sonoro. A partire dagli anni 70 la diffusione si allargò molto: sintetizzatori e sequencer cominciarono a essere di uso comune e non limitato all'avanguardia sperimentale.



Negli anni 80 la diffusione di si allargò a tal punto che toccò per la prima volta anche i computer ad uso personale (PC), con la conseguente nascita dei primi sequencer virtuali. Dagli anni successivi in poi, fino ad oggi, questo processo si è allargato sempre più, fino a

rendere la produzione di musica elettronica alla portata di tutti i musicisti possedenti un personal computer. Con buona pratica, impegno e medi mezzi economici è ora come ora possibile comporre dei completi e validi pezzi musicali . E’ inoltre possibile combinare l’utilizzo delle tecnologie precedenti o degli strumenti musicali con questo nuovo metodo di composizione, ottenendo, quindi, una sorta di studio di registrazione in casa. Negli ultimi anni, con la diffusione di internet, la distribuzione della musica stessa può e diventare elettronica. Ecco che si sviluppa, quindi, il fenomeno della diffusione musicale mondiale mediante il Web, che facilita la vita ai produttori indipendenti liberi dalle spese di produzione e distribuzione a cui sono sempre stati abituati. Le netlabel (che sono etichette discografiche al servizio dei produttori musicali utilizzatori del web, che usano a loro volta internet per proporre le loro produzioni) si stanno sovrapponendo alle etichette indipendenti. Tale fenomeno, che nel nascere ha interessato l’ambito musicale elettronico, si sta ora espandendo anche agli altri generi. Il risultato di questo processo, visibile oggi, è la facilità con cui chiunque sappia usare un PC possa approcciare col mondo della produzione musicale. I giovani, quindi, se attratti dalla possibilità di comporre della vera e propria musica, si ritrovano di fronte ad un mezzo che apre loro infinite possibilità di creazione e anche di espansione. Ecco, allora, che l’elaborazione elettronica del suono si sta diffondendo tra tutti i generi musicali, fino a gli angoli più remoti della produzione musicale.

Concetto e diffusione della musica elettronica

I posti nei quali si trova più facilmente la musica elettronica sono discoteche, club e locali d aperitivo. La musica elettronica spesso viene definita generalmente come musica dance, generalizzazione collegata all'accostamento che si traduce in "musica elettronica = musica da discoteca". Ma mai tale

definizione avrebbe potuto essere più erronea. Infatti, come detto precedentemente la musica elettronica comprende tutti i generi di musica composti con strumentazioni elettroniche, quindi non esclusivamente "da ballo" come techno o dance, ma anche generi da ascolto come può essere la chill-out, l’ambient , o altri generi più o meno melodici come l’electro, l’house e la trance.
Per farsi un idea degli innumerevoli generi elaborati elettronicamente basta osservare la lista che segue.

o Chillout
o Lounge
o Commercial
o Eurodance
o Hard Dance
o Commercial House
o Tribal House
o Latin House
o Electro House
o Tech-House
o Chill-House
o Vocal House
o Acid House
o Soft Techno
o Hard Techno
o Drum'n'Bass Techno
o Melodic Techno
o Sinfonic Techno
o Progressive Techno
o Psichedelic Techno
o Hypnotic Techno
o Goa Trance
o Hard Trance
o Melodic Trance
§ Uplifting Trance
§ Pop Trance
o Progressive Trance
o Psycho Trance
o Hardstyle
o Speedcore

È anche vero che questa generalizzazione spesso porta artisti il cui campo di interesse è più limitato o di nicchia rispetto a quello commerciale a raggiungere livelli di successo anche attraverso generi come l’electro-house o la tech-house (esempio sono i francesi Daft Punk che nell’ultimo decennio hanno raggiunto dei livelli di successo globali, mediante lo sviluppo del tutto elettronico delle loro opere musicali).

E’ comunque un errore considerare come un unico calderone l'enorme varietà di generi che la musica elettronica ha prodotto durante la sua evoluzione. Spesso un genere elettronico è riconducibile ad una sua storia particolare legata alle innumerevoli sottoculture "groove" e "underground" del mondo contemporaneo, e spesso, per capire un determinato genere di
musica elettronica od il perché sia costituito in quel modo e abbia quelle determinate caratteristiche, è necessario addentrarsi nel retroterra che l'ha generato e comprendere quali mezzi di sviluppo possedeva.


Diffusione elettronica in Europa
Per quanto riguarda l’ambito elettronico, in Europa l’interesse che esso sviluppa soprattutto sulla popolazione giovanile è enorme. Ormai nelle discoteche di grossa portata ci si basa su questo pubblico e su questi generi per attirare pubblico. In Europa l’ambito della techno ha subito un enorme sviluppo e continua ad essere in evoluzione, coinvolgendo quasi tutti i paesi del nostro continente.



Londra e Berlino sono due delle capitali mondiali del genere elettronico, rispettivamente una per la trance e l’altra per la techno elettronica. Gran parte dei primi Dj al mondo sono olandesi, inglesi e tedeschi. Amsterdam, in qualità di capitale mondiale della droga è diventata con glianni anche una della capitali della musica trance, vantando uno degli eventi techno-trance più importanti del pianeta: Sensation (festa che
si svolge all’interno dell’Amsterdam Arena). Se i primi deejay al mondo sono olandesi e suonano trance, per quanto riguarda l’ambito puramente techno i tedeschi non hanno rivali.

Il remix
Con lo svilupparsi e l’espandersi del fenomeno, varie tipologie di sviluppo del suono elettronico hanno aperto la strada a quello che oggi è un termine che tutti conosciamo: il remix. Il remix è una versione alternativa di una canzone originale elaborata in modo tale che conservi l’idea alla base del pezzo originale ma sia rappresentata in modo da mostrarsi come appartenente ad un altro genere musicale. Chiaramente nell’ambito elettronico l’idea di remix trova terreno fertile, vista la varietà e l’enorme disponibilità di effetti ed elaborazioni parametriche che i software permettono. Il risultato è un pezzo che può contenere lo stesso testo od il pezzo melodico alla base dell’opera originale, variandoli in alcune parti, od estrapolandone solo i pezzi che si ritengono interessanti. Generalmente la differenza maggiore risiede nell' arrangiamento, cioè nell’interpretazione con cui l’autore del remix produce la sua composizione.
Un esempio è il genere techno è composto per un enorme fetta dai remix, spesso di canzoni a partire da grandi successi radiofonici oppure da pezzi appartenenti anch’essi al genere elettronico. elemento evidente che rende importante il concetto di remix nell’ambito della musica elettronica o più specificatamente da discoteca è l’abitudine dei produttori musicali nel pubblicare un disco su vinile è di porre sulla "side B" del disco il remix del pezzo che il cliente desidera, che ovviamente occupa la "side A".

Il Dj



Per Dj si intende l'arte di suonare con due giradischi. I giradischi professionali, prodotto
studiati apposta per performance da dj, possiedono una serie di controlli specifici mirati a
sviluppare le funzionalità di cui un dj necessita. La funzione principale che un prodotto come questo deve possedere è il pitch: la possibilità di variare nel dettaglio la velocità del moto del motore che fa rotare il disco, in modo tale da variare il B.P.M (beat per second) in funzione del disco che sta suonando, al quale noi dobbiamo allineare quest’altro disco per far si che si mi miscelino insieme e lo spettatore non possa cogliere pause mentre si sta cambiando canzone.

L’altro strumento fondamentale per un dj è il mixer (miscelatore), che è il tramite tra le due sorgenti (i due giradischi). Il mixer svolge la sua funzione mettendo a disposizione del dj tutta una serie di valori manipolabili (tra cui, oltre al volume, tutta una serie di equalizzazioni ed effetti) che sono un ausilio per far si che nel cambiare disco i due dischi si sovrappongano senza picchi di volume incontrollati.

Turntablism

Dopo la nascita del djing, il fenomeno si è sviluppato fino alla nascita del termine Turntablism, creato da Dj Supreme nel 1994. Tale termine differenzia il dj che miscela i dischi dal "turntablist" che invece è un vero manipolatore di suoni del disco. Tale disciplina, però, deriva dalla cultura hip hop dove i dj in passato manipolavano i suoni del disco dove erano incise le loro basi (quasi sempre prodotte con dei software elettronici) e ne creavano altre maneggiando i vinili.

Creazione di un brano
Di cosa si necessita per poter comporre un brano musicale elettronico? Oltre a grandi doti musicali ed un esperienza sufficiente per conoscere le regole armoniche e metriche, si necessita di un PC, di un buon impianto di uscita sonore che possa esprimere tutte le frequenze senza scompensi e di un programma apposito. I programmi si articolano in ampia scelta, dal più semplice e diretto Music maker, fino a Propellerhead Reason per quanto concerne la composizione, una prima stesura su di un sequencer ed un eventuale conversione in file audio e poi CuBase, per la miglior equalizzazione e distorsione del suono, fino a far si che il suono del nostro pezzo sia pulito e possa apparire come un pezzo completo.

River
River è un brano musicale frutto dell’utilizzo dei programmi sopra citati. È stato creato da me, in qualche giorno di lavoro intenso e, nel complesso, in un paio di mesi di aggiustamenti e ritocchi, che lo hanno portato ad essere un prodotto all’apparenza completo. Ma purtroppo non lo si può considerare tale in quanto, per problemi di disponibilità di attrezzature, non è passato attraverso le fasi di rielaborazione che interessano i pezzi professionistici.
River è stato concepito del tutto all’interno di un abitazione mediante l’uso di un PC, di una scheda audio esterna, un mixer che facesse tramite tra la sorgente (il PC) e l’amplificatore sonoro (che quindi permettesse di cogliere nei dettagli l’uscita del suono) e due Software: Propellerhead Reason ed un Audio Converter.
I
l primo software è matrice della canzone ed anche banca e combinatore dei dati (suoni) di cui il compositore dispone. Il programma stesso offre due ampie banche dati (Orkester e Factory Sound Bank) dalle quali si possono ottenere infinite combinazioni di suoni, che sono sufficienti per ottenere innumerabili suoni. Il funzionamento del programma si basa su due reparti divisi: il primo è quello della produzione, distorsione, equalizzazione e compressione dei suoni. Il secondo è invece quello del foglio, o sequencer (virtuale), sul quale si scrivono i vari suoni che si sono concepiti nel eparto precedente.

Nel primo reparto si hanno a disposizione 6 "macchine" (DrumMachine o Sintetizzatori virtuali), 5 compressori ed equalizzatori con un ampio spettro di parametri e 13 effetti (tra cui delay, riverbero, phaser, damage creator e così via). Gli eventi in questo settore si articolano inizialmente con l’utilizzo della seguente tecnica: si crea una delle "macchine", che comprendono una DrumMachine (che permettere di combinare suoni campionati a partire da qualsiasi genere di percussione e/o suoni effetto, cioè campionamenti e sintesi di suoni pre-applicate), tre Sintetizzatori (SubTractor, Malstrom e NNXT, che danno al compositore la possibilità di comporre melodie secondo i propri gusti ed ampissime possibilità di variazione melodica di ogni suono, di ogni nota e di tutte le oscillazioni in cui un suono si può scindere, attraverso parametri ben precisi), un sintetizzatore (NN19) mirato in particolare alla fedele riproduzione sonora dei suoni dei veri strumenti che noi conosciamo ed una "macchina" (DrRex) che già ci propone dei Loops pre-composti. Attraverso i primi tre potremo ottenere infinite combinazioni di suoni, in quanto ogni sintetizzatore ci permette di variare la sua patch iniziale non solo secondo i parametri che ci propone, ma anche variando la combinazione di suoni che lui stesso ci propone. Nel caso della DrumMachine la situazione è differente, poiché essa ci da la possibilità di comporre dei Loops grazie ai 64 battiti che scorrono esattamente come se si trattasse di una reale DrumMachine. Nel caso dell’NN19 il discorso è più limitato, in quanto, escluse le distorsioni esterne, interessa solo il campo di suono che tende a riprodurre suoni reali.
Gli effetti sono quello spettro di macchine che rende infinite le possibilità di produzione sonora, in quanto tutte causa di effetti differenti e tutte regolabili a loro volta secondo i parametri che interessano il genere di distorsione che esse applicano. I 5 compressori ed equalizzatori hanno, infine, la funzione di far si che il nostro suono interessi le frequenze che noi scegliamo, e che non stimolino l’uscita sonora fino a distorcere il suono per esagerati picchi di frequenza.

La seconda fase del lavoro consiste nella stesura. La stesura è la parte del lavoro in cui diventa fondamentale posseder conoscenze di metrica musicale. Sul sequencer virtuale (o foglio), si scrivono tutti i Loops che si sono creati in precedenza o li si scrivono direttamente sul foglio. Nella stesura sul foglio possiamo fare riferimento a qualsiasi sistema metrico e ci basterà sapere il metodo di stesura e di registrazione durante la riproduzione del pezzo. Per esempio, una volta che abbiamo steso sul sequencer lo scheletro del nostro brano, abbiamo la possibilità di registrare delle variazioni di parametri che poi si ripeteranno ogni volta che ascolteremo la canzone, semplicemente premendo il tasto REC. Un esempio nel brano River è il filtro applicato al pianoforte di quarta ottava che entra nel primo mezzo minuto del brano.

Risulta, quindi, facilmente immaginabile come sia proceduto il lavoro durante la composizione di River. A partire dal Loop del pianoforte che entra all’inizio, si è concepito un kit di percussioni che lo potesse accompagnare in armonia metrica. Il basso iniziale è composto sulle note e sulla metrica che poi troviamo nel suono che compare dopo i due minuti del pezzo. Nei punti in cui il riempimento raggiunge i livelli massimi il tutto è accompagnato dal pianoforte che batte in prime. Il tutto è accompagnato e reso più pieno da vilino e cori che accompagnano in armonie ma su note differenti. Il punto di maggiore "entusiasmo" lo troviamo attorno ai 3 minuti quando fanno il loro ingresso un organo sintetizzato ed un piano forte compresso, che in armonia col tutto variano il corso del pezzo.
All’interno del pezzo non si contano su mano gli effetti di riverbero e delay. Il primo piano forte basa la sua presenza su un lieve delay ed un riverbero che ampliano la portata delle sue frequenze. Il rullante stesso a inizio brano ha un lieve riverbero. Tutti i cori ed i vari piani e violini che sotto scorrono come accompagnamento basano la loro "forza" sul riverbero che riempie i suoni e da loro quella sensazione di ampiezza che altrimenti non possederebbero. Un altro esempio di riverbero, ma lievemente più particolare è quello del suono che entra ad un minuto e 36 secondi, che non è altro che un altro piano forte che segue metricamente il primo piano in ottave ma soggetto ad un Riverse Reverb (un riverbero al contrario), che fa si che il suono suoni lievemente in ritardo ma appaia come un unità priva di un volume iniziale ma che va salendo lentamente, chiudendosi sul finale: l’opposto di un suono privo di tale riverbero.
L’ultimo elemento evidente di registrazione è l’uscita finale, col volume Main (principale) del Mixer che scende lentamente fino a scomparire, tipico delle canzone di questo tipo.