1. Le transizioni costituzionali e la prospettiva dell'adesione all'Unione europea negli Stati dell'Europa centro-orientale: premessa.


Durante lo scorso decennio, i Paesi dell'Europa Centrale ed Orientale hanno assistito al tramonto dei regimi di tipo comunista da cui da oltre un quarantennio erano retti, all'approvazione di Costituzioni di stampo liberal-democratico e alla conseguente instaurazione di nuovi ordinamenti [1].
La fase di "attuazione" delle nuove Costituzioni ha avuto inizio, nella maggior parte dei casi, contemporaneamente al processo di adeguamento dei sistemi costituzionali ai parametri imposti in sede comunitaria ai fini della futura adesione degli Stati dell'Europa centro-orientale associati all'Unione.
Il Consiglio europeo di Copenaghen (giugno 1993), che ha dato il via all'allargamento ad est, ha infatti fissato alcuni criteri cui i Paesi Candidati si sarebbero dovuti uniformare per poter aderire all'Unione. Tali criteri, enunciati nella seguente formula «il raggiungimento di una stabilità delle istituzioni tale da garantire il rispetto della democrazia, lo stato di diritto, i diritti dell'uomo e il rispetto e la tutela delle minoranze; l'esistenza di una economia di mercato funzionante nonché la capacità di rispondere alle pressioni concorrenziali e alle forze di mercato all'interno dell'Unione; la capacità dei paesi candidati di assumersi gli obblighi dell'appartenenza, inclusa l'adesione agli obiettivi di un'Unione politica, economica e monetaria»[2], sono stati suddivisi, nei successivi documenti comunitari, in base al settore di pertinenza in politici, economici e giuridici o relativi all'acquis communautaire.
L'attenzione delle pagine seguenti si limiterà ai c.d. political criteria, soffermandosi innanzitutto sul ruolo da questi rivestito nel recente allargamento, alla luce dell'eventuale riscontro di parametri politici nei precedenti ampliamenti da un lato e alla loro applicazione in taluni processi di preparazione all'adesione ancora in corso (Turchia, Croazia) dall'altro.
Non costituiranno invece oggetto di analisi le vicende di Romania e Bulgaria che, pur avendo seguito un iter comune agli altri PECO (Paesi dell'Europa Centro-orientale), hanno aderito all'Unione solo in un momento successivo rispetto a questi (il primo gennaio 2007), a causa delle maggiori difficoltà riscontrate nel raggiungimento dei livelli minimi imposti per l'ingresso [3].
In particolare poi, anche in relazione alla crescente centralità del ruolo che i principi oggetto dei parametri politici vanno assumendo nei documenti istitutivi dell'Unione, si tenterà di delineare il contenuto della formula enunciata a Copenaghen, come emerso nel corso del recente processo di preparazione all'adesione. Si cercherà infine di analizzare il condizionamento che la necessità di adeguamento ai parametri politici ha esercitato sulle modalità di attuazione degli ordinamenti costituzionali nazionali, nella prospettiva ulteriore dell'applicazione di quegli stessi parametri ad ordinamenti che, come la maggior parte degli Stati balcanici, non hanno ancora formalmente presentato la candidatura all'Unione ma risultano già coinvolti in programmi comunitari finalizzati ad un futuro avvio dei negoziati.
[1] Fra i numerosi contributi sulle fasi e le modalità della transizione dal vecchio e nuovo regime nell'Europa centro-orientale e nei Balcani, nonché sull'assimilazione dei modelli occidentali da parte delle nuove Costituzioni adottate nell'area v., per citarne alcuni, A. Rinella, La forma di governo semi-presidenziale: profili metodologici e circolazione del modello francese in Europa Centro-Orientale, Giappichelli, Torino, 1997, 257, ss. e I "semipresidenzialismi" dell'Europa centro-orientale, in A. Rinella, L. Pegoraro (cur), Semipresidenzialismi, CEDAM, Padova, 1997, 219; S. Bartole, Riforme costituzionali nell'Europa centro-orientale, Il Mulino, Bologna, 1993, 133, ss.; M. Ganino, Le forme di governo dei Paesi dell'Europa centro orientale, in L. Mezzetti, V. Piergigli (cur), Presidenzialismi, semipresidenzialismi, parlamentarismi: modelli comparati e riforme istituzionali in Italia, Giappichelli, Torino, 1997, 354, ss.; G. Trautmann, Présidents et gouvernements dans les régimes postcommunistes, in S. Milacic (cur), La democratie constitutionnelle en Europe centrale et orientale. Bilans et perspectives, Bruylant, Bruxelles, 1998, 101, ss.; F. Lanchester, La forma di governo parlamentare nell'Europa centro-orientale: prime considerazioni, in S. Bartole, P. Grilli di Cortona (cur), Transizione e consolidamento democratico nell'Europa Centro - Orientale: elites, istituzioni e partiti, Torino, Giappichelli, 1998, 89, ss.; L. Mezzetti, Le democrazie incerte, Giappichelli, Torino, 2000, 135, ss.
[2] Le Conclusioni dei consigli europei sono reperibili in internet all'indirizzo www.europa.eu.int/european_council/conclusions/index.htm.
[3] In riferimento alla Romania e alla Bulgaria le Istituzioni comunitarie hanno sempre precisato che, anche se avvenuta in un secondo momento, la loro adesione s'inserisce comunque nel Quinto allargamento dell'Unione.