3) Letteratura e numeri
Premessa generale
Nella "lezione americana" sull’
Esattezza,
Italo Calvino mette a fuoco la duplice
natura della lingua letteraria. Quest’ultima, da un lato ricerca la qualità
poetica producendo effetti di infinito e di indeterminato, come suggerisce
Leopardi nello
Zibaldone; dall’altro, conduce una continua e quasi
ossessiva ricerca della precisione, che si manifesta sia nell’esattezza
lessicale, sia nel ricorso a suddivisioni, serie numeriche, simmetrie e figure
geometriche che modellano e scandiscono il testo letterario. Le due tendenze non
sono necessariamente antitetiche, anzi spesso – sin dai tempi antichi -
convivono: il disordine e la vertigine di infinito che abitano tanta letteratura
trovano il loro correttivo proprio nell’applicazione di una misura, nella
costruzione di un’architettura minuziosa e controllata.
Il numero, dunque, non è affatto estraneo
al campo letterario, ma ne costituisce un elemento costitutivo. La sua presenza
si collega alla forza del
simbolismo numerico, al fascino della
cifra-archetipo come chiave magica del cosmo. Ma nel numero è insita anche una
potenza ordinatrice e regolatrice, che governa il testo letterario e lo
configura come un campo limitato e perfetto. Le cosiddette opere-mondo (cfr. F.
Moretti,
Opere mondo, Torino, Einaudi, 1994), le quali, dal poema antico
al romanzo novecentesco, puntano a rappresentare in forme diverse la totalità,
sono particolarmente attratte dal fascino del numero, che funge da mediatore fra
il cosmo e l’uomo.
Attività (classe V): lettura di I. Calvino,
Esattezza, in
Lezioni americane,
Milano, Mondadori, 1993 (I ed. Milano, Garzanti, 1988).
Indichiamo schematicamente, all’interno della
tradizione letteraria italiana dalle origini al Seicento, alcune tracce
significative della funzione del numero. Le proposte operative completano gli
spunti, aprendoli alla ricerca. Il percorso è destinato alle classi III e IV
delle superiori.
NASCITA DELLA METRICA ROMANZA. La metrica
contiene, nella sua stessa origine etimologica, il concetto di misura e quindi
di numero. In particolare, la metrica romanza segna, rispetto alla tradizione
classica, il passaggio da una metrica quantitativa a una metrica accentativa,
che considera non più la quantità sillabica, ma il numero e la posizione delle
sillabe. Presso i poeti siciliani nasce il sonetto. Canzone, canzonetta e
ballata dominano la poesia delle origini. Dante, nel
De vulgari eloquentia,
analizza i versi e le forme metriche più importanti, valutandone l’adeguatezza
rispetto allo stile tragico.
Proposta operativa:
ricostruzione delle origini storiche e analisi delle forme metriche della
letteratura italiana (sonetto, canzone, canzonetta, ballata); studio attraverso
esempi dei principali versi (endecasillabo, settenario, alessandrino).
NUMEROLOGIA DANTESCA NELLA "COMMEDIA". Il
valore simbolico del numero affiora, nel poema dantesco, a diversi livelli:
governa la struttura del testo, ma anche la costruzione cosmologica; compare in
alcuni episodi specifici del viaggio nell’oltretomba, collegandosi al grande
codice biblico. I numeri fondamentali sono: 1, 3, 7 e il loro multipli.
Proposta operativa:
approfondire il significato simbolico della numerologia dantesca nei suoi valori
ricorrenti. Coglierne l’applicazione nella cosmologia e nella struttura del
poema. Lettura critica di riferimento: E. Auerbach,
Struttura della
"Commedia", sez. IV di
Dante poeta del mondo terreno, in
Studi su
Dante, Milano, Feltrinelli, 1963.
Analizzare alcuni episodi, sparsi nelle tre cantiche della "Divina Commedia",
che risultano significativi in questa prospettiva di lettura: ad es.
Inferno
XI;
Purgatorio XXIX e XXXIII,
Paradiso XXVIII e XXIX.
NUMERO E AUTOBIOGRAFIA IN PETRARCA. Il
discorso autobiografico di Petrarca è incentrato su alcuni numeri di ascendenza
biblica (40, 50), ai quali lo scrittore fa riferimento per modellare la realtà
della propria vita. Interessante è in proposito il tema della conversione
spirituale, che Petrarca biografo di se stesso vuole collocare a quarant’anni,
modificando artificiosamente la cronologia di alcuni eventi: un esempio evidente
è la retrodatazione al 1342/43 della composizione di un testo penitenziale
preparatorio come il
Secretum (che risale invece presumibilmente al
periodo 1347/53, in cui vede la luce anche la seconda "forma" del
Canzoniere).
Proposta operativa:
Lettura della lettera petrarchesca
Posteritati. Analisi del paragrafo
La finzione autobiografica in M. Santagata,
I frammenti dell’anima,
Bologna, Il mulino, 1993, pp. 76-101.
IL NUMERO MAGICO NELLA CULTURA
UMANISTICO-RINASCIMENTALE. In ambito fiorentino, nel Quattrocento, l’Accademia
ficiniana sviluppa un interesse per il numero come chiave magica di accesso alla
verità. In questa concezione confluiscono linee culturali molteplici,
tendenzialmente esoteriche: il neo-pitagorismo, la traduzione del
Corpus
hermeticum, l’interesse per la cabala.
Proposta operativa:
confrontare la figura "eretica" di Pico della Mirandola (le
900 tesi e l’
Apologia)
con quelle "istituzionali" di Ficino e Poliziano.
IL LIBRO DELLA NATURA. Nell’opera di Galilei,
le questioni del metodo e della distinzione fra verità di fede e verità
scientifiche sono correlate alla concezione della Natura come libro scritto in
caratteri matematici. Il numero non è più, in questo contesto, cifra magica, ma
garanzia di leggibilità e razionalità dei fenomeni del mondo fisico. La
razionalità scientifica guida anche la prosa galileiana, sia nella struttura
argomentativa sia nella precisione lessicale.
Proposta operativa:
Commento della citazione: "il grandissimo libro
della natura è scritto in lingua matematica" (
Il saggiatore).
Riflessione sul nuovo concetto di misura. Nascita della prosa scientifica in
Italia.
Prof. Sergio Blazina
L.S.S. "P.
Gobetti" - Torino